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Passato e Presente 

India 1991, la svolta neoliberista

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Nel 1991 il primo ministro indiano Rajiv Gandhi, figlio di Indira e nipote del fondatore della Repubblica Federale Indiana, Jawaharlal Nehru, viene assassinato da un’attentatrice suicida durante un comizio elettorale in territorio Tamil. L’attentato segna anche la fine di un’epoca. A “Passato e Presente”, in onda martedì 18 giugno alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con professoressa Matilde Adduci. 
Il governo di Narasimha Rao, eletto subito dopo, avvia un percorso di riforme di stampo neoliberista. L’India compie una svolta epocale nella sua storia, pari come entità a quella iniziata dallo stesso Nehru negli anni ’50. Una trasformazione profonda conduce il Paese da un’economia con un forte controllo statale a un’economia di libero mercato, integrata nel nuovo ordine economico mondiale. La svolta liberista porta risultati macroeconomici importanti, facendo dell’India uno dei principali competitor al mondo in alcuni settori, come, ad esempio, quello informatico. Questo però non significa un aumento diffuso del benessere e una maggiore equità nella distribuzione delle risorse. Disoccupazione, povertà, e malnutrizione persistono, mentre si acutizzano gli squilibri sociali.