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Reggio Emilia, centro del mondo

La città "altra"

“Dove vai?” “A Reggio.” “Ah, hai preso casa al mare in Calabria, certo, le infrastrutture sono quelle che sono ma costa poco e il mare è bello.” “No, non quella Reggio, l’altra!” Ecco, Reggio Emilia è sempre “l’altra Reggio”, la città dell'Emilia che non viene in mente, quella vicina a quelle altre città così belle. Quella che dopo aver detto che è la città del Tricolore, sembra di aver detto tutto. Eppure, esiste dai tempi della preistoria. Lo racconta il doc in prima visione “Reggio Emilia, centro del mondo” di Lucrezia Lo Bianco, in onda domenica 30 giugno alle 22.10 su Rai 5. Sembra che il suo destino sia scritto nel nome: la prima testimonianza di Reggio Emilia (o meglio, Reggio nell'Emilia) è costituita da quattro calici d'argento di età romana, rinvenuti nel 1852 vicino al lago di Bracciano, sui quali è riportato un elenco di 100 tappe tra Cadice e Roma: tra Parma e Mutina è citata Reggio. Ecco, forse è tutto qua, in quel “tra Parma e Mutina”. Insomma, Reggio, nata come presidio e difesa della via Emilia era l’insediamento tra Parma e Modena. E questo è rimasto nell’immaginario collettivo. Eppure, le eccellenze qui non mancano. In campo gastronomico, per esempio, cosa c'è di più famoso del parmigiano reggiano? E in campo letterario, non c'è forse l'Ariosto? E la musica? Zucchero, Ligabue, Romolo Valli, Ivana Spagna, Orietta Berti, Max Collini, i Nomadi, i Cccp. E nell'arte? Ligabue, Fontanesi, Munari, Ghirri.
E ancora, da qui arrivano Prampolini, Dossetti, Roversi, la Iotti, Malaguzzi, Nizzoli, Zavattini, Tondelli. E potremmo continuare con lo sport, la cultura, la politica, gli imprenditori. Insomma, Reggio Emilia trasuda eccellenze, ma non lo dice a nessuno. Il doc ne svela qualcuna cercando di capire perché c'è voluto Calatrava, le Vele e una Mediopadana per dare un po' di visibilità a una città che, a ben vedere, non ne aveva affatto bisogno.