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Sciarada, il circolo delle parole

"La Storia. Il romanzo dello scandalo" 

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“Il caso Elsa Morante fu clamoroso, enorme, significativo. La scrittrice più letteraria, più isolata, più solitaria, immagina una cosa che a posteriori sarebbe stata geniale dal punto di vista editoriale, diciamo pure commerciale. Un libro di quelle dimensioni, con uno slogan, ‘Una lettura per tutti’. Così Marino Sinibaldi parla del capolavoro ricordato a 50 anni dalla pubblicazione dal docufilm “La Storia: il romanzo dello scandalo”, scritto da Silvia Luzi con Luca Bellino, diretto da Silvia Luzi, prodotto da GA&A Productions e Luce Cinecittà, in coproduzione con ARTE G.E.I.E. e in collaborazione con Rai Cultura, in onda lunedì 17 giugno alle 22.55 in prima visione su Rai 5 per il ciclo “Sciarada. Il circolo delle parole”.
È il 1974 quando viene pubblicato il romanzo di Elsa Morante che segue le vicende di personaggi comuni durante la Seconda Guerra Mondiale e gli anni immediatamente successivi nella città di Roma, tra il 1941 e il 1947, e che divide critici, scrittori e lettori, ponendosi come uno dei casi editoriali più importanti dell’intero Novecento. Elsa Morante è la prima donna ad aver vinto il Premio Strega nel 1957, famosa anche per essere stata la moglie di Alberto Moravia e nota per il suo carattere ruvido, schivo e indomito al tempo stesso. Nonostante lo straordinario successo di pubblico, “La Storia” viene accolto con pesanti critiche da parte del mondo letterario e culturale, che ritiene l’ambientazione del romanzo in profondo contrasto con la rivoluzione femminista e con le istanze politiche della contestazione che animano il dibattito dell’epoca. La guerra è percepita come un evento superato in un'Italia divisa tra gli slanci del ’68, le ideologie e i conflitti sociali del pieno degli anni 70. Proprio in questo contesto Morante è una voce fuori dal coro, che non si schiera con nessuna fazione, che ai proclami delle ideologie preferisce la scrittura solitaria. Una scrittrice che interroga gli eventi storici con umanità, attraverso una protagonista femminile, Ida, apparentemente rassegnata e rinunciataria, in cui il pubblico immediatamente si identifica. “Ida - afferma René De Ceccatty, autore di “Elsa Morante, una vita per la letteratura” non è solo un personaggio. Ida è anche un simbolo. L’ambizione di Elsa Morante era molto grande, perché voleva che il suo romanzo permettesse di capire la storia d’Italia. Nel romanzo il popolo italiano non era fascista. E questo è ciò che Elsa Morante vuole descrivere, come un intero popolo sia stato condotto contro la sua volontà in una guerra che non voleva e di cui fu la principale vittima”. Oggi si può dire che alla base dell'accanimento verso l'autrice ci sono almeno tre ordini di motivi: una certa invidia verso l'enorme successo commerciale del libro, un rifiuto del pathos e della commozione che suscita, e un pregiudizio di genere.  
Eppure, dice l’autrice di “L’anno della Storia. 1974-1975”, Angela Borghesi, “è un romanzo che entra praticamente in quasi tutte le case italiane e che leggeranno in tantissimi: un grande successo di pubblico e di pubblico popolare”. 
Il filmato è arricchito da materiali di repertorio, con brevi sequenze tratte dall’omonima miniserie televisiva del 1986 diretta da Luigi Comencini e alcuni estratti del romanzo letti dall’attrice Silvia Gallerano, che contribuiscono a far emergere la potenza e la contemporaneità di un romanzo senza tempo che ha saputo raccontare quanto di più crudo si possa vivere, restituendo voce a Elsa Morante, che con poesia e disincanto riscrive la Storia mettendo al centro donne e uomini che cercano di sopravvivere nell’incertezza drammatica degli eventi.