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Rai Teche e Raiplay

Per l'anniversario dell'allunaggio "Tg2 Dossier: la prima Luna"

Online lo speciale del 2009 di Silvia Rosa-Brusin

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Cinquantacinque anni fa, domenica 20 luglio 1969, 22:17:40 ora italiana, il modulo lunare “Eagle” della missione Nasa “Apollo 11” si appoggia sulla superficie della luna. L'umanità assiste in diretta televisiva a uno dei più grandi eventi del XXI secolo: la conquista dello Spazio. Un momento storico che le Teche Rai scelgono di celebrare riproponendo un approfondimento del Tg2 Dossier andato in onda nel luglio del 2009 e realizzato da Silvia Rosa-Brusin, “La prima Luna” (https://www.raiplay.it/programmi/laprimaluna).
Dopo anni e anni di prove, il 16 luglio del 1969, Saturno 5 è pronto per il decollo: è un razzo di 111 metri progettato per vincere la gravità lunare. In cima c’è il modulo per scendere sulla luna e la capsula “Apollo”. Mezzo milione di persone, tra tecnici e scienziati hanno lavorato all’impresa: il tutto in grande velocità, perché anche i russi sono sulla rampa di lancio. A salire a bordo però, sono solo tre uomini, destinati a passare alla Storia: Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins. 
Sono 388 mila i chilometri che separano la terra dalla luna. L'equipaggio viaggia per quattro giorni, poi Collins resta nel modulo di comando, e sgancia il Lem. Quando il modulo lunare tocca il suolo, l’orologio segna ore diverse nei vari punti del pianeta terra, ma un dato è certo: la prima impronta umana viene impressa sulla Luna a 109 ore, 24 minuti e 15 secondi dalla partenza. 
Il primo a scendere è Neil Armstrong, sarà lui a pronunciare la famosa frase: “Un piccolo passo per l’uomo, un balzo gigantesco per l’umanità”. Edwin Buzz Aldrin dovrà aspettare 15 minuti prima di scendere a sua volta, un’attesa destinata a suggellarlo nel ruolo di eterno secondo. I due camminano sospesi e descrivono, via radio, la “magnifica desolazione” di un paesaggio lunare privo di atmosfera, dai contorni scolpiti e le luci accentati, le ombre profonde e una polvere fine e insidiosa. 
Durante la loro “passeggiata lunare”, il mondo si è fermato: milioni di persone in tutto il globo assistono stupefatte. L’Italia non è da meno, dove si realizza une delle dirette più lunghe della storia della televisione: quella di Tito Stagno. Venticinque ore sulla luna che impegnano oltre 250 persone tra giornalisti, tecnici, operai. Lo “Studio 3” di Via Teulada diventa teatro di ansie, attese snervanti e poi entusiasmo, clamore, la netta percezione di vivere un momento irripetibile. Armostrong e Aldrin sono soli lì su, ma quando si voltano verso la Terra sanno benissimo di avere gli occhi del mondo puntati addosso: “Una volta sulla superficie ci siamo voltati indietro a guardare la terra e allora abbiamo pensato ci stanno guardando. È strano perché di solito quando sei lontano dalla gente, non ci pensi alla gente, ma per noi non era così. Ci sentivamo i due esseri umani più guardati di tutta la storia.”
Silvia Rosa-Brusin racconta quei giorni sospesi del luglio 1969, ma non è sola. Insieme a lei, un Buzz Aldrin ormai ottantenne, si concede alle telecamere RAI, rilasciando una testimonianza d’eccezione. Quella di uomo che ha preso parte alla missione spaziale più famosa della storia. La riscopriamo oggi, grazie agli Archivi Rai.