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Giovanissimi sempre più coinvolti in casi di revenge porn, ma anche un mondo di adulti travolto e protagonista lui stesso di “pornografia non consensuale” che, in un devastante effetto domino, travolge le vite di tutti. Il RadiocorriereTv ha incontrato i registi Laura Luchetti e Marco Danieli, che firmano la seconda stagione di “Nudes” su RaiPlay.
Dopo il successo della prima stagione, in questi nuovi racconti di “Nudes”, da dove siete partiti?
Laura Luchetti: Affrontiamo lo stesso tema della prima stagione – il revenge porn -, ma con storie che questa volta si concentrano più nel dettaglio sul mondo degli adulti, anche se quando questo dramma si insinua in un contesto familiare colpisce tutti, giovani e meno giovani. Mentre però nella prima stagione lo sguardo era poggiato esclusivamente sul mondo adolescenziale, con adulti come delle grandi ombre, qui il fuoco è su professionisti, persone di una certa età considerate “sagge”, che però cadono lo stesso nella trappola del revenge porn.
Marco Danieli: Ho aderito a questa serie con grande entusiasmo proprio perché mi era piaciuta molto la stagione precedente, che ho trovato veramente interessante sia dal punto di vista dell'entertainment - un racconto tensivo, forte, con attori molto ben diretti -, sia per la sua funzione da servizio pubblico, quello di informare e sensibilizzare il pubblico su un tema così importante. Questo nuovo viaggio completa quello iniziato da Laura, mandando un messaggio molto chiaro e cioè che il revenge porn, o più in generale la condivisione di contenuti intimi non consensuali, non è un problema da ragazzi, ma riguarda tutti, adulti compresi che, in alcuni casi, sono meno preparati anche dal punto di vista strettamente tecnologico. Penso, per esempio, a quei casi di sextorsion, ovvero dei ricatti sessuali ormai all’ordine del giorno.
Viviamo in una società iper-informata, eppure il problema questo tipo di problemi diventano sempre più difficili da arginare. Perché?
Laura Luchetti: È molto difficile dire perché, nonostante la grande informazione e le importanti campagne di sensibilizzazione al riguardo, ragazzi e adulti ancora cascano nella trappola, troppo spesso, soprattutto tra le persone più grandi, c’è la convinzione che “questo non può succedere a me”. Quello che, al contrario, noi cerchiamo di comunicare, senza avere la presunzione di voler insegnare nulla, se non di mettere una luce su una problematica già esistente, è proprio che nessuno è esonerato, può succedere all'adulto, al professionista, all'intellettuale, alla persona matura, a chiunque. È un po’ come quelle orribili foto e scritte che ci sono sui pacchetti di sigarette, ma poi le persone continuano a fumare.
Marco Danieli: Dobbiamo in qualche modo abituarci che il mondo è cambiato, così come la sessualità e senza discorsi moraleggianti o senza stigmatizzare certi comportamenti, probabilmente bisognerebbe educare di più, spiegare i rischi che si corrono, spesso anche consapevolmente. È interessante osservare che in questa stagione i personaggi non sono degli sprovveduti, Fortunato Cellino (episodio “Luca e Giacomo”) interpreta un professore stimato di mezza età, un uomo colto, abituato all'utilizzo dei social, alfabetizzato digitalmente…, non è, dunque, un vecchietto che cade in una trappola, eppure ci casca. Credo che sia importante fare un profondo lavoro di educazione, anche tenendo conto degli aspetti della sessualità.
Laura Luchetti: Il revenge porn è una piaga, un pericolo invisibile, ma è dietro l'angolo per tutti, è molto democratico perché non fa differenza fra persone più o meno colte, più o meno giovani o più o meno svezzate. In un momento di solitudine, il bisogno di avere una relazione, basata anche solo sul rapporto da social, può rendere fragili ed esposti a ogni pericolo.
Qual è stata la vostra soddisfazione personale…
Marco Danieli: Sono molto curioso di vedere l'effetto che farà la serie sul pubblico, se lo entusiasmerà quanto la precedente. Per me è stata un'esperienza molto gratificante, ho incontrato un grande coinvolgimento da parte degli attori che, oltre alla tecnica e ai loro strumenti espressivi, hanno messo forse qualcosa in più della loro umanità nel mettere in scena un tema così delicato che ci riguarda tutti.
Laura Luchetti: La soddisfazione più grande è stata la quantità infinita di messaggi che ho ricevuto da ragazzi e genitori, semplicemente perché “Nudes” mette una luce su qualcosa che, per pudore, molto spesso non viene raccontato o spiegato. Il problema del revenge porn è largamente diffuso, quello che noi sappiamo è solo la punta dell'iceberg, se ne parla quando si arriva alla tragedia, al suicidio oppure ai tribunali, ma ci sono moltissimi casi silenti, con genitori che spesso non riescono ad accorgersi del disagio dei propri figli, perché non avevano gli strumenti per “leggere” il cloro comportamento. La serie non ha nessuna intenzione moralistica o di insegnamento, non ha mai uno sguardo giudicante, prova a gettare una luce su un disagio e sulle drammatiche conseguenze che il revenge porn porta con sé. Noi guardiamo con empatia i nostri personaggi, perché le vittime e i carnefici, a volte, hanno situazioni personali molto particolari che non sono in grado di affrontare. È chiaro che questo non è il caso di tutti i carnefici, che molto spesso agiscono per superficialità e poco pensiero prima e prima dell'atto.
Giovanissimi sempre più coinvolti in casi di revenge porn, ma anche un mondo di adulti travolto e protagonista lui stesso di “pornografia non consensuale” che, in un devastante effetto domino, travolge le vite di tutti. Il RadiocorriereTv ha incontrato i registi Laura Luchetti e Marco Danieli, che firmano la seconda stagione di “Nudes” su RaiPlay.
Dopo il successo della prima stagione, in questi nuovi racconti di “Nudes”, da dove siete partiti?
Laura Luchetti: Affrontiamo lo stesso tema della prima stagione – il revenge porn -, ma con storie che questa volta si concentrano più nel dettaglio sul mondo degli adulti, anche se quando questo dramma si insinua in un contesto familiare colpisce tutti, giovani e meno giovani. Mentre però nella prima stagione lo sguardo era poggiato esclusivamente sul mondo adolescenziale, con adulti come delle grandi ombre, qui il fuoco è su professionisti, persone di una certa età considerate “sagge”, che però cadono lo stesso nella trappola del revenge porn.
Marco Danieli: Ho aderito a questa serie con grande entusiasmo proprio perché mi era piaciuta molto la stagione precedente, che ho trovato veramente interessante sia dal punto di vista dell'entertainment - un racconto tensivo, forte, con attori molto ben diretti -, sia per la sua funzione da servizio pubblico, quello di informare e sensibilizzare il pubblico su un tema così importante. Questo nuovo viaggio completa quello iniziato da Laura, mandando un messaggio molto chiaro e cioè che il revenge porn, o più in generale la condivisione di contenuti intimi non consensuali, non è un problema da ragazzi, ma riguarda tutti, adulti compresi che, in alcuni casi, sono meno preparati anche dal punto di vista strettamente tecnologico. Penso, per esempio, a quei casi di sextorsion, ovvero dei ricatti sessuali ormai all’ordine del giorno.
Viviamo in una società iper-informata, eppure il problema questo tipo di problemi diventano sempre più difficili da arginare. Perché?
Laura Luchetti: È molto difficile dire perché, nonostante la grande informazione e le importanti campagne di sensibilizzazione al riguardo, ragazzi e adulti ancora cascano nella trappola, troppo spesso, soprattutto tra le persone più grandi, c’è la convinzione che “questo non può succedere a me”. Quello che, al contrario, noi cerchiamo di comunicare, senza avere la presunzione di voler insegnare nulla, se non di mettere una luce su una problematica già esistente, è proprio che nessuno è esonerato, può succedere all'adulto, al professionista, all'intellettuale, alla persona matura, a chiunque. È un po’ come quelle orribili foto e scritte che ci sono sui pacchetti di sigarette, ma poi le persone continuano a fumare.
Marco Danieli: Dobbiamo in qualche modo abituarci che il mondo è cambiato, così come la sessualità e senza discorsi moraleggianti o senza stigmatizzare certi comportamenti, probabilmente bisognerebbe educare di più, spiegare i rischi che si corrono, spesso anche consapevolmente. È interessante osservare che in questa stagione i personaggi non sono degli sprovveduti, Fortunato Cellino (episodio “Luca e Giacomo”) interpreta un professore stimato di mezza età, un uomo colto, abituato all'utilizzo dei social, alfabetizzato digitalmente…, non è, dunque, un vecchietto che cade in una trappola, eppure ci casca. Credo che sia importante fare un profondo lavoro di educazione, anche tenendo conto degli aspetti della sessualità.
Laura Luchetti: Il revenge porn è una piaga, un pericolo invisibile, ma è dietro l'angolo per tutti, è molto democratico perché non fa differenza fra persone più o meno colte, più o meno giovani o più o meno svezzate. In un momento di solitudine, il bisogno di avere una relazione, basata anche solo sul rapporto da social, può rendere fragili ed esposti a ogni pericolo.
Qual è stata la vostra soddisfazione personale…
Marco Danieli: Sono molto curioso di vedere l'effetto che farà la serie sul pubblico, se lo entusiasmerà quanto la precedente. Per me è stata un'esperienza molto gratificante, ho incontrato un grande coinvolgimento da parte degli attori che, oltre alla tecnica e ai loro strumenti espressivi, hanno messo forse qualcosa in più della loro umanità nel mettere in scena un tema così delicato che ci riguarda tutti.
Laura Luchetti: La soddisfazione più grande è stata la quantità infinita di messaggi che ho ricevuto da ragazzi e genitori, semplicemente perché “Nudes” mette una luce su qualcosa che, per pudore, molto spesso non viene raccontato o spiegato. Il problema del revenge porn è largamente diffuso, quello che noi sappiamo è solo la punta dell'iceberg, se ne parla quando si arriva alla tragedia, al suicidio oppure ai tribunali, ma ci sono moltissimi casi silenti, con genitori che spesso non riescono ad accorgersi del disagio dei propri figli, perché non avevano gli strumenti per “leggere” il cloro comportamento. La serie non ha nessuna intenzione moralistica o di insegnamento, non ha mai uno sguardo giudicante, prova a gettare una luce su un disagio e sulle drammatiche conseguenze che il revenge porn porta con sé. Noi guardiamo con empatia i nostri personaggi, perché le vittime e i carnefici, a volte, hanno situazioni personali molto particolari che non sono in grado di affrontare. È chiaro che questo non è il caso di tutti i carnefici, che molto spesso agiscono per superficialità e poco pensiero prima e prima dell'atto.