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"Report"

"La repubblica della ciofeca" e altre inchieste

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Una ciofeca: è il rischio che si possa trovare, in una tazzina al bar, un caffè rancido, bruciato, che ha perso tutte le caratteristiche positive aromatiche, molto amaro, estratto con acqua sporca, in filtri contaminati da estrazioni precedenti. Il caffè è la seconda merce più commercializzata al mondo dopo il petrolio. Si consuma in tutto il globo, noi italiani pensiamo di esserne grandi esperti e grandi intenditori e di avere anche grandi trasformatori che, nei bar, estraggono una bevanda perfetta a regola d’arte. È davvero così? Parte da questo interrogativo il reportage di Bernardo Iovene con la collaborazione di Lidia Galeazzo “La repubblica della ciofeca” che apre l’appuntamento con “Report”, in onda domenica 15 dicembre alle 20.30 su Rai 3. Ci sono delle regole universali per trattare il chicco di caffè e, prima di approcciarsi alla grande invenzione tutta italiana che è la macchina dell’espresso, sarebbe necessario un piccolo corso di formazione. Invece, girando nei bar da Napoli a Trieste si rileva una mancanza di cultura e rispetto per quello che è ritenuto un rito italiano. L’aggravante è che il gusto forte napoletano, diventato ormai italiano, prevede una tostatura scura che produce oli in superficie che andrebbero trattati e conservati con professionalità. Invece, i baristi ignorano la problematica compromettendo una materia prima anche di qualità. I torrefattori corrono il rischio della tostatura scura per accontentare un gusto e quindi il mercato.
A seguire, con “La polvere sotto il ventilatore” di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella, Report torna a occuparsi del più grande richiamo di dispositivi medici della storia, ben 15 milioni di respiratori e ventilatori Philips Respironics. L’inchiesta spiegherà qual è lo stato attuale delle class action nei tribunali e come gli enti regolatori stanno gestendo la vicenda. Negli Stati Uniti, l’agenzia statale che si occupa dei dispositivi medici ha obbligato Philips Respironics a sospendere la vendita di gran parte dei suoi prodotti sul territorio americano. Gli stessi prodotti sono però venduti in Italia.
Si prosegue con “Il santo inceneritore”, di Claudia Di Pasquale con la collaborazione di Giulia Sabella e Marzia Amico. Il Giubileo 2025 è ormai alle porte e a Roma si attendono oltre 32 milioni di pellegrini che produrranno ingenti quantità di rifiuti. È così che il commissario per il Giubileo Roberto Gualtieri è stato nominato anche commissario straordinario di governo dei rifiuti di Roma Capitale. Grazie a questi poteri commissariali è stato approvato un nuovo piano rifiuti, che comprende anche la costruzione di un termovalorizzatore. L'impianto però non sarà pronto prima del 2027 e non potrà salvare Roma dai rifiuti dei pellegrini. Ma dove sarà realizzato? E quanto è stato pagato il terreno dove sarà costruito?
Si chiude con “Che aria tira?” di Marco Maisano. "Milano è la terza città più inquinata del mondo”: questa è l’affermazione, errata, pubblicata qualche mese fa da molti media italiani. Un'affermazione basata su una classifica che mette in gara i livelli di inquinamento delle principali città del mondo. Ma chi stila questa classifica? Una società svizzera che si chiama IQAir e il cui business, nessuno si è accorto, è la produzione di purificatori d’aria. Nonostante l’affermazione errata, però, l’Italia si ritrova comunque nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria. Milano non è la terza città più inquinata, ma i suoi livelli di inquinamento atmosferico, assieme a quelli di molte altre regioni italiane, supera, e non di poco, i limiti imposti dall’OMS e dall’Unione Europea. Il risultato? Migliaia di persone muoiono prematuramente a causa delle polveri sottili in atmosfera. La politica italiana però, nonostante le sanzioni in arrivo, sta già chiedendo deroghe al raggiungimento degli obiettivi di risanamento. Un fatto - avverte la comunità scientifica - che causerà centinaia di migliaia di morti entro il 2035.