Vampiri e Lupi Mannari[Racconto di Giovanna Gra]
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Per avere un'idea chiara di questi fenomeni abbiamo sguinzagliato la nostra curiosità fra i miti e le leggende. E chi altri poteva spiegare meglio la tradizione (e qualche minimo accenno di storia) se non i diretti interessati? A COLAZIONE CON UN LUPO MANNARO Come si fa a diventare lupi mannari? Lupi mannari si nasce, non si diventa. Beh, ma ci saranno delle stirpi, delle grandi famiglie da cui discendete? No. Il lupo mannaro nasce in notti particolari e, se nella sua famiglia nessuno conosce queste date, a vent'anni il giovane si trasformerà in mannaro. Perché parla al maschile? Non esistono donne nel mondo dei lupi mannari. Siamo tutti uomini, è un fenomeno tipico del nostro genere. Stiamo parlando di una patologia? Certo, si chiama mal di luna. Sta scherzando? Le sembro uno che ha voglia di scherzare? Abbiamo autorevoli personalità che hanno testimoniato la nostra esistenza con i loro dotti saggi... grrrr... Posso chiederle chi sono? Naturalmente. Ad esempio, nell'antichità classica hanno parlato di lupi mannari, certificandone l'esistenza, Virgilio, Strabone, Sant'Agostino, San Girolamo e nel Quattrocento anche Pomponio. Beh, però, Plinio il Vecchio nella 'Naturalis Historia' ci dice: "Dobbiamo ritenere senz'altro falso che gli uomini possano trasformarsi in lupi e poi tornare uomini". Cosa ne pensa? Plinio il Vecchio si sbaglia e, a proposito di quello che penso... penso che lei mi sta facendo innervosire. Non ho concesso quest'intervista per vedere negata una vita di intense sofferenze! Va bene, cambiamo argomento. E' doloroso trasformarsi in lupo mannaro? Spesso, ma non sempre. Ricordo quando mi trasformai durante la luna quinta decima. Fu veramente terribile. Capisco. Lei sa quando sta per trasformarsi o le succede improvvisamente? No, no, ho tempo di pianificare le cose, avvertire i familiari, se è necessario prendere un congedo. Cos'è la cosa che più l'affatica quando è in quella, ehm... condizione? Camminare a quattro piedi... cioè, a quattro zampe. Quando torno alla vita normale ho la sciatica per una settimana. I suoi parenti come l'hanno presa? Ma, guardi, i parenti dei lupi mannari d'Occidente devono in realtà sapere due sole cose: primo, da questo viaggio si fa ritorno; secondo, che non devono aprire la porta ai loro congiunti prima che abbiano bussato tre volte. Perché? Perché solo dopo la terza volta la trasformazione è svanita. Diversamente potremmo... ehm... divorarli. Lei ha figli? Sì, uno. Sono pazzo di lui, me lo mangerei vivo... metaforicamente s'intende. Immagino che lei avrà un fiuto eccezionale. Soprattutto per gli affari, non lo nego. No, intendevo dire quando si trasforma. Direi di sì, posso sentire la presenza di un uomo a molte miglia di distanza. Cosa dobbiamo fare per difenderci da un lupo mannaro? Pungerlo, gettargli addosso un mantello, scagliargli contro un mazzo di chiavi. Ci vuole anche un bel coraggio... Già. Non a caso quelli che riuscivano a pungere un mannaro, in alcuni paesi, venivano detti compari di San Giovanni. Un lupo mannaro si trasforma solo di notte? Sì, solo con il favore del buio. Spesso vaga tutta la notte fino alle prime luci dell'alba... eh, la luna porta malattie. Suvvia... Guardi che può capitare anche voi cosiddetti normali. Ha mai sentito parlare degli allunati? Francamente no. Male. Tutti possono essere allunati, basta dormire all'aperto con la faccia rivolta alla luna. Se si dorme con la faccia rivolta alla luna bisogna sempre coprirsi. Diversamente si avranno sbalzi di umore insopportabili e, oramai, i mezzi per guarire si sono persi nelle tradizioni popolari... C'è un rituale che ama seguire quando si trasforma? Naturalmente, ed è comune a tutti i lupi. Si versa dell'acqua nella polvere e ci si rotola tre volte. Lo stesso si fa quando si ha finito. Ha mai sentito parlare di Johan Geiler Keisersberg? Il famoso predicatore di Strasburgo? Esatto. E allora? Tenne un importante sermone durante la Quaresima dell'anno millecinquecentootto. Sì, esatto, ma non ne ho mai condiviso i contenuti. Egli sosteneva che i licantropi mangiavano carne umana per sette motivi: fame, selvatichezza, vecchiaia, esperienza, pazzia, il diavolo e Dio. Aveva torto? Aveva torto. E lei ha mai sentito parlare dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo? Millequattrocentodieci-millequattrocentotrentasette? Esatto, quello è il periodo in cui ha governato. Quindi saprà che Sigismondo convocò un'assemblea di sapienti che certificò l'esistenza dei lupi mannari tacciando di eresia coloro che non vi credevano. Debbo ammettere che avevo dei pregiudizi. Lei è un lupo mannaro colto, la cosa mi sorprende. Lei ha anche altri pregiudizi. Non ci riconosce una realtà. Beh, io credo che esistano due tipi di lupi: quelli veri e quelli fantastici. Sì, lei ha molti pregiudizi. I lupi mannari esistono eccome, altrimenti dovrebbe spiegarmi perché in ogni cultura, in ogni paese ve n'è traccia. E penso ai riti dell'antica Roma in onore di Lupercus, fino ai cosiddetti meneurs de loups (letteralmente: i conduttori di lupi). Di loro si parlava nelle lunghe e fredde notti francesi presso le locande. Erano uomini che, grazie al diavolo, avevano il potere di comandare e condurre questi animali. Sì, di tutto quello che lei mi racconta riconosco tradizioni e leggende popolari, tuttavia i riscontri sono pochissimi e per nulla tangibili. Si ha testimonianza di almeno tre ragazzi lupo dalla notte dei tempi! Erano neonati allevati da branchi. Bimbi che, una volta trapiantati nel mondo civile, non riuscirono ad adattarsi e morirono d'inedia. Kipling prese da queste cronache l'idea del Libro della giungla... Ne sono a conoscenza, ma in questo caso stiamo parlando di ragazzi sfortunati e infelici. Nulla a che vedere con la sua patologia... non mi guardi in cagnesco, dico quello che penso. Ah, potessero parlare le vittime! Voi non avete idea di cosa sia l'insania lupina... La saluterò con le parole di Sigismondo D'Austria, un grande scettico circa la vostra esistenza e di quelli a lei affini. "Tu racconti favole. I poeti raccontarono cose a cui non si deve credere". Come immaginavo: lei mastica poca poesia... A COLAZIONE CON UN VAMPIRO Dunque, lei si dichiara vampiro semplice? Esatto. Cosa significa vampiro semplice? Beh, non sono un demone volante con spiccati tratti vampireschi, né un troll, né un incubo... tutti miei potenziali e lontani parenti. Lei, grazie ad una fortunata serie di racconti è tornato molto di moda, lo sa? Sì, forse... a parte in Francia. Lì prediligono i lupi mannari. E' stato sempre così e non riesco a farmene una ragione. Perché? Un vampiro francese lo troverei molto chic. Cosa connota un vampiro? Sono morto molto tempo fa. Alla mia epoca andava per la maggiore la magna opera di Costantino Grimaldi. Lo scienziato napoletano? Esattamente. Quindi lei dovrebbe essere morto nel Settecento? Beh, l'opera è del millesettecentocinquantuno, io spirai tre anni dopo. E cosa diceva Grimaldi nella sua opera? Se non sbaglio si chiamava Le tre magie, giusto? Esatto. Grimaldi aveva una teoria curiosa ma che, personalmente, mi sento di condividere. Che sarebbe? Innanzitutto Grimaldi notò un particolare non indifferente. Che i vampiri provenivano prevalentemente dalle regioni nordiche. E allora? Sembra un dettaglio ma non lo è. Cioè? Egli si fece forte di alcune teorie di un medico, tal Frederic Hoffmann, che viveva presso la corte del re di Prussia. Hoffmann sosteneva che vampiro era colui che aveva il sangue copioso e grasso. Beh, questa teoria lascia un po' perplessi... se penso a dei vampiri vedo gente pallida, emaciata, bluastra e tutto mi viene in mente tranne che abbiano il sangue copioso e grasso. Non pensi che sia così facile prendere in castagna il dottor Hoffmann... lei, per esempio, ha una sinuosissima giugulare, sa? Ne sono lieto, ma torniamo a noi... Il sangue copioso e grasso circola poco e male, ergo, molti vampiri hanno quell'incarnato ceruleo. Inoltre, questo sangue fatica per arrivare al cervello e, senza sangue al cervello, certa gente è più sensibile al richiamo del diavolo. Hoffmann disse che queste sue teorie erano dettate da "esperienza sicurissima". Tutto qui? Assolutamente no. Egli indicò come concausa anche il "cielo denso e freddo" di certe regioni e la "melancolia ipocondriaca". Beh, si fa fatica a crederci... Non ho finito. Mi scusi. Come tutte le cose, anche le diete hanno la loro importanza. Hoffmann intuì che le diete dei potenziali vampiri dovevano essere a base di cibo grasso, duro e pesante. Dunque, mi sta dicendo che per un vampiro è fondamentale la dieta e la circolazione? Esattamente. Ho sempre ammirato le teorie del dottor Hoffmann, egli chiamava la melancolia "bagno del diavolo" e definiva l'incubo, che riteneva essere la stasi del sangue nel cervello e nei polmoni, "male demoniaco". Un po' ingenuo... Può darsi, però è un fatto che non si abbiano tracce di vampiri spagnoli, né italiani, men che meno francesi. Lei è a conoscenza di quel che affermò il protomedicus et bibliothecarius della regina Maria Teresa d'Austria? Stiamo parlando del barone Gerard van Swieten? Esattamente. Egli confutò qualsiasi teoria circa l'esistenza dei vampiri ed era considerato lo scienziato più autorevole d'Europa. Cosa mi può dire a conclusione di questa chiacchierata? Che ritorneremo. E' solo questione di tempo, mi creda. Ritorneremo... |
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