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Il '400 si spezza ma non si spiega
in onda domenica 29 maggio 2011 alle 13.25
In questa puntata di Passepartout si comincerà con una sorta di quadro contestuale in cui sarà analizzato il Quattrocento, il secolo dell’Umanesimo.
Si scoprirà così che quel fertile ambiente fiorentino di convivenze filosofiche di neoplatonismi e aristotelismi (“Firenze nuova Atene”), in cui Leonardo mosse i suoi primi passi, derivava da importanti vicende storiche, tra papi e antipapi, ricuciture di antiche vocazioni scismatiche, concili vari da Costanza a Basilea, da Ferrara fino a Firenze. Alla città di Firenze Cosimo I Medici conferì quel ruolo intellettuale che la rese protagonista indiscussa delle arti e delle lettere del tempo. Ma da Firenze Daverio allarga il discorso sull’Italia intera, con Roma che diventa nuovamente centro politico del mondo e con altre realtà locali in grado di sviluppare autonomi processi culturali di grande spessore.
Nell’affrontare questo percorso nell’Italia del Quattrocento, l’attenzione si focalizza su artisti come l’Alberti (mostra L'uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le Arti a Firenze tra Ragione e Bellezza, Palazzo Strozzi, Firenze, fino al 23 Luglio 2006), Piero della Francesca (Palazzo Ducale di Urbino, Tempio Malatestiano di Rimini), Antonello da Messina (mostra Antonello da Messina, Scuderie del Quirinale, Roma, fino al 25 giugno 2006) e intellettuali come Marsilio Ficino e Luca Pacioli.
Daverio prende spunto soprattutto dai “favolosi” anni ’70 di quel secolo, una sorta di età dell’oro della nostra storia dell’arte, decisamente l’acme di un rapido e sorprendente processo culturale. Un incomparabile elenco di opere infatti sono state realizzate nel corso di quel decennio. Nel ’74 Mantegna termina la Camera degli sposi a Mantova e inizia il Cristo Morto. Negli stessi anni Bellini dipinge la Pala Pesaro, Piero della Francesca la Madonna di Senigaglia, Antonello da Messina il San Gerolamo e nel ’78 il San Sebastiano. Nel frattempo a Firenze arriva il fiammingo Hugo van der Goes e Botticelli inizia la Primavera.
Vittoria dell’arte e dell’Umanesimo? Presa del potere da parte dell’arte e degli intellettuali? La questione è più complessa e si spiega con il ruolo assunto da Firenze, dove nel 1439 si tenne l’importante concilio che proponeva la fine del grande scisma medievale tra la Chiesa di Roma e quella di Oriente. Sebbene i risultati non raggiunsero l’auspicata riunificazione, Cosimo I, il padrone banchiere della città, ne approfittò per delineare il nuovo ruolo della città di Firenze, polo di attrazione artistica e culturale.