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San Paolo, la New York dell’emisfero sud
in onda domenica 6 marzo 2011 alle 13.25
Ciò che New York rappresenta per la parte nord del globo, San Paolo lo è per l’emisfero sud. San Paolo è infatti il centro finanziario e industriale dell'America Latina ed è anche considerata il polo culturale del Brasile, dove hanno avuto origine tutta una serie di movimenti artistici e estetici nel corso del XX secolo.
Con New York la città di San Paolo condivide la stessa voglia di protagonismo, testimoniato anche da uno skyline di grattacieli straordinari. Al contempo rappresenta un cocktail particolarissimo di rimandi ed intrecci sincretici di culture e tradizioni in cui manifesta il suo indiscusso ruolo antropologico di megalopoli. E se New York ha il Central Park, San Paolo ha il Parque do Ibirapuera,il maggiore parco urbano della città inaugurato nel 1954 con edifici disegnati dal famoso architetto Oscar Niemeyer. All’interno di quest’area sono presenti musei e centri espositivi che Passepartout ha visitato con l’intento di rintracciare l’anima profonda della città brasiliana. Nel gennaio 2009 si è chiusa la 28a edizione della Biennale di San Paolo che ha lanciato una fortissima provocazione, valida forse per tutte le istituzioni e gli eventi di questo tipo, conformandosi come una sorta di “non mostra”, una rassegna del “vuoto”, tanto da lasciare senza alcun contenuto un intero piano del grande padiglione che la ospitava, quasi azzerando del tutto le proprie velleità espositive con solo quarantadue artisti.
Philippe Daverio ha visitato altre mostre di grande rilievo. Natura all’OCA, sempre nell’area del Parque do Ibirapuera, con i surreali e apocalittici alberi dipinti da Frans Krajcberg, eco-scultore, pittore e fotografo impegnato attraverso le sue opere in una battaglia ambientalista. Ancora Superficies da Memoria, allestita al MAC, il Museo d’Arte Contemporanea, con le sorprendenti opere realizzate da quattro artisti: Divino Sobral, Josè Rufino, Pablo Uribe e Sergio Meirana. E poi Smetak Imprevisto al Museu de Arte Moderna de São Paulo che propone un’immersione sensoriale nell’universo sonoro dell’artista Walter Smetak, svizzero naturalizzato brasiliano, musicista, compositore, scultore, poeta e scrittore.
In tutte queste mostre sembra prevalere un fortissimo spirito estetico orientato verso un marcato sincretismo. Una visita alla Pinacoteca do Estado potrebbe essere la premessa necessaria per capirne le origini, evidenti già nella struttura di questo edificio dell’inizio del XX secolo che si è ridato una nuova forma architettonica, conformandosi come un misto tra rovine belle epoque e interventi contemporanei. In tale suggestivo scenario si può risalire il percorso dell’arte brasiliana tra XIX e XX secolo, ripercorrendo attraverso le opere di artisti come Tarsila do Amaral, Candido Portinari, Emilio di Cavalcanti, Lasar Segall, Anita Malfatti, tanto per citarne alcuni, una specie di storia sociale ed estetica di questa terra, tra le sue ricchezze e povertà, riflessi europei e attrattive migratorie, tentazioni borghesi e orgogli popolari. Una storia che forse non ha ancora esaurito la sua forza propulsiva e che potrebbe essere una grande riserva di opportunità e di nuove potenzialità artistiche per un XXI secolo che sarà sicuramente diverso dal XX secolo, se non altro perché il suo baricentro non sarà più così convergente al nord come nel passato.