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Brera magico contenitore
in onda domenica 7 agosto 2011 alle 13.20
In occasione del trentesimo compleanno di Napoleone fu aperta per la prima volta al pubblico, il 15 agosto 1809 la Pinacoteca di Brera. Passepartout dedica due appuntamenti per conoscere meglio la complessa storia di Brera, vera e propria istituzione culturale di Milano.
Brera non è solo la Pinacoteca con le sue grandi opere d’arte antica e moderna, tra cui capolavori del Mantegna, Caravaggio, Piero della Francesca, Raffaello, Botticelli, ma anche un complesso di altre strutture e di istituti culturali di notevole interesse storico e scientifico. In questo primo appuntamento Passepartout visita come prima tappa il Palazzo di Brera un contenitore di magie e documenti storici e culturali di grande interesse e rilevanza, dalla botanica all’astronomia, dalla fisica alla letteratura e arte.
Il Palazzo di Brera, sorto su di un antico convento trecentesco dell’ordine degli Umiliati e successivamente passato ai Gesuiti che vi stabilirono una scuola, si rivela come uno dei luoghi a più alta densità di stratificazione storica del Paese. Il palazzo deve il suo assetto attuale, solido e austero, a Francesco Maria Ricchini che vi lavorò all'inizio del Seicento. Nel 1773, a seguito dello scioglimento dei Gesuiti, il Collegio di Brera divenne proprietà dello Stato e l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria volle farne sede di alcuni dei più avanzati istituti culturali della città: l’Accademia di Belle Arti, l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico.
Rimandando alla prossima settimana una più puntuale analisi della Pinacoteca, l’attenzione di questa puntata si rivolge soprattutto nei confronti di queste altre istituzioni, registrando dapprima il degrado in cui versa l’Accademia, subito però riscattato dal fascino discreto dell’Orto Botanico e del suo misterioso dialogo con le strutture dell’Osservatorio Astronomico. Nei locali dell’Osservatorio convivono due istituti, uno legato all’Inaf che si occupa di astrofisica e l’altro all’Università degli Studi di Milano che rivolge il suo sguardo alla conservazione museale del patrimonio storico della ricerca.
Una bella collezione di strumenti scientifici, cannocchiali, microscopi, circoli meridiani, strumenti curiosissimi, rappresentano il corpo principale delle raccolte presenti in queste sale, con il grande telescopio Merz ad interpretare il ruolo di grande star non solo per le sue dimensioni ma anche perché fu protagonista delle osservazioni dell’astronomo Giovanni Virginio Schiapparelli che dal 1877 iniziò ad indagare il pianeta Marte. Volgendo il suo sguardo oltre la cupola dell’Osservatorio, prospettò le prime ipotesi dell’esistenza di civiltà aliene.
Qualche piano più giù, la Biblioteca Braidense, il luogo che forse più di ogni altro spiega la straordinaria stratificazione di Brera. Comprende una prima parte risalente a quando i gesuiti tenevano lezioni per i milanesi di buona famiglia, con testi ormai rarissimi; c’è poi l’ala voluta da Maria Teresa d’Austria nell’ambito del progetto di riordino diretto dall’architetto Piermarini, l’artefice del Teatro alla Scala; infine, l’ampliamento napoleonico dove si gioca sull’eccentricità tecnica del trompe l’oeil per suggerire una fuga più alta al soffitto, ispirata probabilmente ai giochi prospettici premonitori del Bramante della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro.
La biblioteca contiene dei veri e propri tesori che raccontano Milano e la nostra storia letteraria, documenti preziosissimi tra i quali vanno citati primissime edizioni di testi di Foscolo e un raffinatissimo scrittoio personale, appartenente alla scrittore stesso, proveniente con molta probabilità da Londra, e le varie versioni autografe e a stampa dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, prima e dopo il risciacquo in Arno.