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La genesi del Barocco
in onda domenica 9 settembre 2012 alle 13.25
La voluta, il ricciolo, la cremosità. Sono tutte caratteristiche di quello che in genere si definisce il Barocco, lo stile artistico del Seicento che ha prodotto straordinari capolavori nell’architettura, nella pittura, nella musica e della cui genesi si occupa questa puntata di Passepartout.
Ancora una volta lo spunto è dato dalla visita a una mostra presso le Scuderie del Quirinale di Roma: Le corti del barocco dove l’attenzione è rivolta soprattutto alla diffusione internazionale di questo stile e alle mode che ha generato. Ma da quale luogo o città è effettivamente scaturito il nuovo stile seicentesco? L’Italia è sicuramente il paese che l’ha inventato e lo ha esportato in tutto il mondo. In genere si attribuisce al Barocco una paternità tutta romana, confermata dal classico confronto Bernini vs Borromini nello scenario di Piazza Navona. Questo è però un esercizio fin troppo scontato che merita qualche distinguo e qualche nuovo spunto di indagine. Philippe Daverio inizia così a ricercare le origini effettive del Barocco, cominciando da una Milano sotto la potente influenza di Carlo Borromeo, il vero stratega del Concilio di Trento, l’evento che sancì la cesura storica con la cultura del Cinquecento. A Milano Daverio visita la Chiesa di Sant’Alessandro che anticipa di quaranta anni lo stesso schema sviluppato poi dal Borromini a Roma. Spostandosi verso Bologna, la presenza in questa città di un altro protagonista del Concilio, il Cardinale Paleotti, determina uno stile regolato e devozionale nelle opere pubbliche ma che può sciogliersi in moti più liberi nell’intimità domestica, come negli affreschi dei Carracci nelle Case Sampieri. Daverio fa visita alla Sala della Nautica dei Musei di Palazzo Poggi dell’Università di Bologna, mostrando i dettagli di un modello di Galeone Mediceo che si mostra già pienamente barocco, anche se del 1585. Il passaggio a Genova diventa automatico: al suo porto infatti approdavano navi veloci e molto tecnologiche, grandi esempi di stile in grado di influenzare il gusto della città come confermano numerosi esempi architettonici che ne caratterizzano il paesaggio. A Genova soggiornarono poi importanti artisti barocchi quali Rubens e Van Dyck, quest’ultimo visto anche in una mostra a Palazzo Reale di Milano (Anton van Dyck. Riflessi italiani).
Ma l’indagine sulla genesi del barocco ha bisogno di altri importanti tasselli per descrivere il trapasso da un’epoca all’altra, dal Cinquecento al Seicento. Daverio guida i telespettatori all’interno della Galleria Borghese di Roma per osservare lo stile di un artista della piena epoca della Controriforma quale Pellegrino Ribaldi. Una scappata poi alla mostra Pittori della realtà (Museo Civico Ala Ponzone, Cremona), per osservare soprattutto il Caravaggio, il genio che rompe gli schemi a cavallo dei due secoli e che ritrae spesso e volentieri strumenti musicali. È proprio la musica infatti un elemento davvero essenziale per comprendere la nuova epoca barocca, come si evince dai reperti conservati nel Museo degli Strumenti Musicali di Cremona. In questo museo tra Stradivari e altri strumenti d’epoca di rara bellezza, Daverio mostra in particolare un violino costruito nel 1566 da Andrea Amati per re Carlo IX di Francia. Questo strumento racchiude nella sua forma tutta l’evoluzione stilistica successiva, con il riccio che è già perfettamente barocco.
Per concludere una vera sorpresa: la prima vera scultura barocca, scovata nel Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto: un angelo realizzato da Francesco Mochi nel 1605. Emerge una forte tendenza allo svolazzo, come nel folle movimento a torciglione delle vesti, unita a un realismo quasi esasperato della pelle del piede che certo ha qualche parentela con Caravaggio. In Piazza Cavalli a Piacenza altre sculture di Mochi, veri e propri capolavori, confermano la natura di precursore di questo grande artista. Nasceva così uno stile che contaminò dapprima Roma e poi l’Europa intera.