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Il prodigio Mantegna
in onda domenica 1 maggio 2011 alle 13.20
In questa puntata di Passepartout Philippe Daverio seguirà una serie di mostre straordinarie che uniscono il nome di Andrea Mantegna, uno dei più grandi artisti del nostro Quattrocento, a ben tre città: Padova, Verona e Mantova. Luoghi fondamentali per il suo percorso artistico, dalla formazione padovana all’affermazione veronese fino alla consacrazione avvenuta in quella che era la Mantova del marchese Ludovico II Gonzaga, definita da Philippe Daverio un’“incredibile New York del Quattrocento”.
Seguire il filo tracciato da queste mostre è come ritrovare le tappe della biografia del grande artista, rivelatosi già in tenera età tanto da potersi definire una sorta di enfant prodige. Un grande progetto espositivo che, in un certo senso, va anche al di là della ricostruzione individuale della vicenda dell’artista e che offre una sorta di tracciatura, una mappa sistematica fondata su precisi riferimenti della scena artistica, politica, intellettuale e culturale di quel lembo di territorio padano nel triangolo Padova – Verona - Mantova della seconda metà del Quattrocento, città divise all’estremità da poco più di un centinaio di chilometri.
Si comincia così da Padova con la mostra “Mantegna e Padova – 1445/1460” presso i Musei Civici agli Eremitani, che naturalmente non può prescindere dagli affreschi della Cappella Ovetari della Chiesa degli Eremitani. La seconda tappa è a Verona, dove Mantegna realizzò alcuni capolavori come la Pala di San Zeno e dove al Palazzo della Gran Guardia è stata allestita la mostra “Mantegna e le arti a Verona – 1450/1500”. Il cerchio si chiude a Mantova, sede dei mirabili affreschi realizzati per conto della corte dei Gonzaga che ospita ben tre mostre ruotanti attorno alle vicende dell’artista: “Mantegna a Mantova – 1460/1506” al Palazzo Te che prosegue poi a Palazzo San Sebastiano, “La scultura al tempo di Andrea Mantegna. Tra classicismo e natura” e “Rinascimento nel Castello di San Giorgio: Andrea Mantegna e i Gonzaga” nel Castello di San Giorgio a Palazzo Ducale.
Passepartout, delinea in modo completo l’attività dell’artista, indagandone l’ambiente formativo, i suoi maestri, le sue influenze, il rapporto con le committenze, le coeve ricerche degli altri artisti suoi coetanei gravitanti nelle stesse zone. E così ritrova negli affreschi degli Eremitani, nella mirabile Pala di San Zeno, nel Cristo di Brera, nella Camera Picta - per citare solo alcune delle opere più celebrate - quel gusto insistito per l’antichità, la dotta sequenza di citazioni aristoteliche dallo sguardo mimetico tra naturalismo e realismo, le ardite progressioni ed evoluzioni prospettiche rinascimentali sospese tra evocazioni fiorentine e tributi alemanni, tutti quegli elementi fondamentali che caratterizzano e riassumono il ciclo artistico del Mantegna.