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Fantasmi meridionali
in onda domenica 17 febbraio 2013 alle 13.25
Esiste una corrente dell’arte da quando l’arte è diventata moderna, cioè da Giotto in avanti, che dialoga costantemente con il mondo del sapere scientifico, tentando la sua indagine del mondo attraverso l’apporto di un’altra indagine già compiuta. Leonardo è forse il caso noto a tutti. Egli tenta spesso di raggiungere una sorta di perfezione, una legge artistica universale altrettanto valida come una legge scientifica.
Questo dialogo con la scienza non è soltanto un terreno di indagine degli artisti italiani: anche il mondo del Nord si proietta all’interno di questa metodologia e con artisti come Durer la scienza sarà uno dei suoi principali temi: ciò che muta è forse l’approccio con cui si compiono queste ricerche e negli artisti al di là delle Alpi sembra che emerga sempre una volontà di attenersi alla specificità del naturale, in una sorta di analisi sulle cose così come sono con il tentativo di teorizzarle.
In altri casi la questione si complica perché la ricerca scientifica si combina con i percorsi delle fantasie e sulle fantasie è molto più difficile trovare approdi di continuità e coerenza. Ognuno ha le sue. E in tale ambito emerge una curiosa differenza tra le culture mediterranee che dal Rinascimento in poi tendono sempre a rapportarsi ad un percorso tangibile di marca scientifica e quelle nordiche che continuano ad essere convinte che esista una sorta di mondo magico e misterico.
Con l’intervento di un artista “anomalo” per la nostra contemporaneità, non solo per la grande perizia tecnica ma anche per i temi che lo contraddistinguono, tra bestiari, trionfi, giardini incantati, quale Stefano Faravelli, “Passepartout” compie questa settimana un viaggio confronto tra le fantasie e i fantasmi dell’arte e della pittura mediterranea e del nord, passando da Arcimboldo a Durer, da Aldrovandi a Bosch, da Fontana al Castello di Ambras ad Innsbruk, in mezzo alle montagne del Tirolo, ultima residenza di Francesco Ferdinando, l’arciduca che sarà ucciso a Sarajevo nel 1914, con la sua straordinaria collezione di oggetti di lusso e bizzarrie.