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Riciclaggio
in onda domenica 22 settembre 2013 alle 13:25
Questo appuntamento di Passepartout, il programma d’arte e cultura di Raitre, scritto e condotto da Philippe Daverio, propone un itinerario sulle tracce dell’arte dedita al riciclaggio nobilitato in chiave estetica. “Questa è un’epoca in cui produciamo molto di più di quanto consumiamo”, dice Daverio. “Uno spreco necessario nella ferrea logica della produzione industriale, ma anche un serbatoio enorme di materiali suscettibile di generare poetiche ulteriori ed eccentriche”. Ecco dunque che si fa strada tra i linguaggi artistici contemporanei la pratica estetica del “riciclaggio” o meglio dei riciclaggi, perché questi percorsi creativi si dividono e si frammentano in molteplici direzioni.
Niente di meglio che cominciare riciclando se stessi: Daverio parte da un vecchio servizio realizzato da Passepartout e dedicato ad un’installazione di Daniel Spoerri, allestita alcuni anni fa presso le Stelline di Milano. Un’opera “massimalista” fatta con materiali raccolti al mercatino delle pulci di Parigi. Immagini e oggetti che raccontano sessant’anni di storia dell’artista in una interpretazione dell’accumulo dai risvolti anche drammatici. Successivamente Daverio osserva il lavoro di due grandi maestri del XX secolo: Munari e Tinguely, le cui lucide e ludiche ricerche si collocano su un piano differente rispetto a Spoerri in quanto più legato alla composizione estetica. Munari e Tinguely erano scultori dell’attualità che utilizzavano materiali di risulta e oggetti presi dalla realtà, creando nuove forme e strani macchinari. Le telecamere di Passepartout riprendono le loro opere durante la mostra “Tinguely e Munari. Opere in azione”, che ha inaugurato il CAMEC (Centro d’arte moderna e contemporanea), un nuovissimo museo a La Spezia.
Nell’affrontare questo tragitto nell’arte che trova e ricicla nuovi e vecchi materiali occorre anche individuare qualche punto di partenza. Il Cubismo, senza dubbio, con Picasso e Braque che inventarono il collage caricando di inedite funzioni estetiche gli oggetti posti all’interno delle loro opere. Nell’orbita del Cubismo ha mosso i suoi passi anche Marcel Duchamp, uno degli interpreti decisivi del XX secolo. Daverio racconta l’evoluzione artistica di Duchamp sottolineando soprattutto l’invenzione del ready-made: oggetti della realtà quotidiana che vengono svuotati della loro funzione originaria e presentati come opere d’arte.
Tutto ciò che viene prodotto e non è consumato fino in fondo può contenere quindi una sua seconda possibilità poetica. Sulla base di questo ragionamento da Duchamp in poi il mondo si apre a nuove possibilità espressive. Daverio presenta alcuni esempi legati all’attualità. Fabio Titta che lavora con i metalli, Patrizia Medail che preferisce lavorare con le stoffe, Rudy Van der Velde che opera collezionando gli oggetti, e infine la Cracking Art che ricicla materiale petrolifero. Per concludere Daverio si reca ad Isera nel Trentino dove visita il Museo della Cartolina, creato e gestito da un appassionato collezionista, Carmelo Nuvoli. Uno scrigno prezioso e sorprendente ricco di opere inattese, in cui il collage e il riutilizzo di materiali inconsueti hanno un ruolo certamente non secondario.