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Questa puntata di Passepartout è dedicata alla Magna Grecia e alle sue eredità storiche.

Passando dai musei archeologici di Reggio Calabria e di Taranto, per il Museo Cicladico di Atene, il Museo Salinas di Palermo, il Museo Mandralisca di Cefalù e tutta una serie di parchi, siti, scavi archeologici dell’Italia del Sud, da Cuma ad Agrigento, da Segesta a Paestum, da Selinunte a Piazza Armerina, Passepartout affronta questa settimana un reportage sulla Magna Grecia e sulle sue eredità.

Sulle tracce di quella migrazione verso Ovest cominciata intorno all’VIII-VII secolo a.C., nel corso della quale i greci trovarono l’America a casa nostra, si può forse ricostruire il carattere endemico delle popolazioni dell’Italia del Sud, sempre sospese tra creatività e confusione e così poco inclini a seguire un ordine precostituito.

Sembra quasi che dopo millenni di dominazioni coatte, con l’unità d’Italia sia riaffiorato nei meridionali tornati liberi, come un diavoletto dalla scatola della storia, l’antico spirito dei greci. Perché contrariamente a quel che si pensa comunemente, i greci antichi non erano affatto dei quieti filosofi che deambulavano pacificamente vestiti con tinte monocrome, ma erano rumorosi, coloratissimi e in costante rissa tra una comunità e l’altra, tra nobiltà e popolo, tra politica e intellettuali. Non esportavano quindi la democrazia ma la loro naturale tendenza alla rissa.

Lotta continua che si ripercuoteva anche sulle diramazioni italiane delle città di provenienza. Come per esempio la ionica Crotone che distrusse l’achea Sibari, cancellando quasi completamente dalle carte geografiche e dalla storia una città che poteva definirsi la New York della Magna Grecia sia per dimensioni che per stile di vita, molto votato al lussuoso e alla ricercatezza chic.