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Morbidezze misteriose del continente veneto
in onda domenica 1° settembre 2013 alle 13:25
Analisi dell’arte di un “territorio”. Tra XV e XVI secolo, l’incidenza degli scambi e contaminazioni tra esperienze di matrice cittadina e quelle di campagna assumevano un ruolo primario nella definizione del gusto estetico e delle tendenze del costume.
In questa puntata Passepartout visita tre mostre, allestite in tre città venete. Giorgione presso il Museo Casa Giorgione di Castelfranco Veneto, Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio al Museo Civico di Bassano del Grappa, Cima da Conegliano poeta del paesaggio al Palazzo Sarcinelli di Conegliano. Tutte raccontano di grandi storie artistiche locali, divenute le più significative dell’arte veneta a livello universale.
Parlando di Veneto il riferimento a Venezia diventa quasi automatico; emerge in tutta la sua evidenza la diversa sensibilità tra i pittori formatisi in città e quelli provenienti dalle botteghe della terraferma.
Tra Quattrocento e Cinquecento, nel succedersi delle varie generazioni, la pittura veneziana conobbe infatti un progressivo passaggio di gusto. Il clima austero, didascalico proprio di quegli artisti di formazione più prettamente cittadina quali per esempio Bellini, Carpaccio, Mantegna, sembra progressivamente addolcirsi, grazie soprattutto all’impulso di Giorgione e Tiziano, verso soluzioni più morbide e sensuali, trasferendo così in città quella delicata bellezza dei paesaggi circostanti, pervasa da un senso “provinciale” ricco di sapori e umori di campagna in grado di conquistare con grande autorevolezza il gusto dei veneziani, e non solo