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Loreto e Oropa: L'architettura e la Madonna
in onda domenica 30 settembre 2012 alle 13.25
Questa settimana Passepartout vuole raccontare la storia e l’arte di due santuari, Loreto nelle Marche ed Oropa in Piemonte, incentrati entrambi attorno alla figura austera della Madonna Nera.
Quella di Loreto è in realtà un rifacimento dell’originale quattrocentesco andato distrutto a causa di un incendio vandalico nel 1929. La Madonna Nera di Oropa è invece, aldilà del significato religioso, un oggetto artistico molto interessante, una scultura di influenza francese, realizzata tra il XIII e XIV secolo.
Già la Piazza della Madonna a Loreto è, architettonicamente parlando, un esempio clamoroso: un lucido palinsesto visivo di stili che parte dal Quattrocento per arrivare al Settecento, estremamente coerente nella sua continuità storica. Architettura militare, architettura religiosa, architettura civile, insieme. Il tutto costruito attorno alla Basilica dove si conserva la reliquia: si tratta di un edificio molto curioso con un involucro fortezza che contiene un fabbricato religioso, che a sua volta contiene un’edicola bramantesca, che a sua volta contiene la casetta della Madonna. Il mito racconta che questa casa fu trasportata dagli angeli per via aerea da Nazareth a Loreto. Una storia, quella del trasporto, che “laicamente” potrebbe trovare molti riscontri fino alla tesi che la casetta potrebbe in effetti essere stata portata in Italia dal bizantino despota dell’Epiro Niceforo Angelos, approdando probabilmente al porto di Recanati. E nella storia del santuario la parte da protagonisti la fanno i francescani. Così come molti papi che si preoccuparono di abbellire Loreto. Sisto IV, per esempio, che invia a Loreto alcuni dei suoi artisti preferiti. Melozzo da Forlì che lascia tracce del suo stile rinascimentale che contiene ancora qualche elemento gotico. O Luca Signorelli, che è invece già pienamente rinascimentale con le figure piene a riempire e a modulare gli spazi. E le tarsie di Antonio Indovini molto vicine a quelle notissime dello Studiolo di Urbino. Un altro papa, Giulio II, manda a Loreto, nel 1507, Bramante, che realizza l’edicola marmorea di contenimento, sormontata da fregi che sembrano già neoclassici addirittura napoleonici. E poi le sculture realizzate da alcuni dei migliori dell’epoca: Baccio Bandinelli, Raffaele da Montelupo, Sansovino, i fratelli Lombardo. Ed ancora altri interventi di epoche immediatamente successive come quelli di Antonio da Sangallo, nel pieno Rinascimento, che attribuisce al complesso lo stile da fortezza. O Lorenzo Lotto, che dipinge i suoi ultimi capolavori, trovandosi a trascorrere proprio a Loreto gli ultimi anni di vita, dopo essersi fatto oblato francescano. E più avanti nel tempo, il campanile, vero e proprio capolavoro di Luigi Vanvitelli, realizzato nel 1752. Ed essendo Loreto un monumento vivo, gli interventi e le decorazioni continuano fino a quasi i giorni nostri, con i francesi che danno il loro contributo simbolista e Art Nouveau e con l’ultimo affresco in ordine di data in cui sono raffigurati addirittura anche degli astronauti e la cagnetta Laika. Il Santuario di Oropa è stato edificato tra il XII e XIII secolo, ma è solo quando il Piemonte trasforma il suo ducato in monarchia e i Savoia diventano potentissimi, che trasforma radicalmente il suo aspetto con una serie di interventi in cui lavora anche il noto architetto Filippo Juvarra. Anche qui troviamo un edificio nell’edificio, come a Loreto. Ed attorno a questa piccola edificazione nasce il complesso progetto urbanistico, prima con la costruzione di un Sacro Monte simile a quello di Varallo, in pieno gusto da controriforma tra Cinquecento e Seicento. All’opposto di Loreto si tratta di un capolavoro assolutamente commovente di artisti minori. Poi diventa funzionale alla “grandeur” dei Savoia e luogo di ospitalità e accoglienza per migliaia di pellegrini.