Aspettando
il 14 dicembre
Aspettando il 14 dicembre, sono giorni di calma apparente per la politica italiana. La camera è chiusa e si attende l'inizio della settimana prossima in cui si voterà la fiducia. Intanto Fini e Casini fanno le prove per il terzo polo
Aspettando il 14 dicembre, sono giorni di calma apparente per la politica italiana. La camera è chiusa e si attende l'inizio della settimana prossima in cui si voterà la fiducia.
Chi si aspetta colpi di scena, come le dimissioni entro il 13 del premier Berlusconi come chiedono Fini e Casini, rimarrà deluso. Mentre Fli e Udc continuano infatti a chiedere un nuovo esecutivo presieduto da Gianni Letta o Giulio Tremonti, Berlusconi interviene telefonicamente proprio su questo punto nel corso di una manifestazione del Pdl a Roma: "Sono assolutamente consapevole che ho una certa età e che dovrò lasciare prima o poi, ma passerò il testimone quando avrò terminato il programma. E comunque mai ai maneggioni della vecchia politica".
Fini e Casini sono il cruccio di Berlusconi, i quali, secondo il cavaliere "vogliono dare il paese alla sinistra".
Ma per Casini i termini non sono questi. Il leader dell'Udc proporrebbe un nuovo esecutivo guidato da uno di questi tre esponenti della maggioranza, Angelino Alfano, Gianni Letta GiulioTremonti. Ma il guardasigilli, durante la visita di ieri al Salone della Giustizia a Rimini, si sfila dalla corsa alla successione e dice: "Abbiamo tre nomi in campo: Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi".
Più duro è il presidente della Camera Gianfranco Fini, che accusa il premier: "Più lo si conosce e più si capisce che per Berlusconi governare vuol dire comandare. Non mi interessa chi presiederà il governo, ma cosa vuole fare, perché non si può più perdere tempo".
Il cavaliere, ricordando i vertici internazionali, continua a gloriarsi per quanto fatto: "Io sono stato la star. Tutti venivano a farsi le foto con me, non solo per la mia esperienza ma anche perché tutti mi conoscono come un tycoon e non solo per essere un politico".
E intanto nella maggioranza sembra aprirsi uno spiraglio: il capogruppo alla camera Cicchitto si dice favorevole a una riforma della legge elettorale "a patto che Berlusconi resti al governo".
Ma per il segretario del Pd Bersani: "Siamo sicuramente a un passaggio crucialissimo. Man mano che si avvicinano momenti critici per lui Berlusconi è sempre più pericoloso. Fasi come questa, quando c'è il tramonto, ma non si vede l'alba, sono fasi nelle quali la nostra democrazia può subire degli strappi".