Fini:"sulla giustizia
non cediamo"
Domani il lodo Alfano sarà in Commissione Affari Costituzionali al Senato, e mentre la commissione valuta il punto cruciale, la tutela della serenità dello svolgimento delle funzioni delle alte cariche dello Stato, Fini agita lo spettro della crisi di governo
Sono giorni cruciali questi, al Senato, per la riforma della giustizia. Domani il lodo Alfano sarà in Commissione Affari Costituzionali al Senato, e mentre la commissione valuta il punto cruciale, la tutela della serenità dello svolgimento delle funzioni delle alte cariche dello Stato, Fini agita lo spettro della crisi di governo.
“Lo scudo deve proteggere le funzioni delle più alte cariche dello stato” – dice il presidente di Futuro e Libertà – “e quindi la reiterabilità non serve, perché la legge deve essere uguale per tutti. Mi auguro che da certe questioni non scaturisca una crisi di governo, ma certo una possibilità c’è”.
Fini ieri ha aperto la sua “campagna elettorale” al nord, con un occhio alle elezioni amministrative, ma anche ai delicati equilibri politici. Rimane dunque alta la tensione con il Pdl, che teme le manovre del centro volte a far cadere il governo, e a formare un esecutivo tecnico. Se c’è un momento in cui spingere sull’acceleratore, per Fini, è questo. Sono i giorni cruciali della riforma della giustizia, per i quali i voti di tutta la maggioranza sono indispensabili.
E ieri Fini ha parlato anche delle dichiarazioni di Sergio Marchionne: “senza l’Italia la Fiat farebbe meglio”, aveva detto l’amministratore delegato. “E’ grazie ai contribuenti italiani – ha replicato il presidente della camera – che la Fabbrica Italiana Automobili Torino è restata a galla”.
Secondo Bossi quelle di Fini sulla giustizia sono solo provocazioni: “ha anche lui, come Berlusconi, interesse a non fare troppo casino e trovare al quadra. Certo, se ogni volta il premier deve andare a chiedergli i voti per ogni cosa, la strada diventa molto stretta, e le elezioni si rischiano davvero”.