Berlusconi,
Ok dall' Europa
Apprezzamento da Merkel e Trichet. Napolitano emana il decreto. Il premier: “Non temo scossoni in aula”, ma nove del Pdl annunciano emendamenti. Per il Pd la manovra è “depressiva e ingiusta”, "iniqua" per Casini che richiama però l’opposizione alla “responsabilità” e al “senso dello Stato”
“La manovra l'ha chiesta l'Unione europea e, alla fine, conta il giudizio dell'Unione europea”. Silvio Berlusconi, prima di lasciare Roma per il fine settimana di ferragosto, ci tiene a far sapere che sul provvedimento varato ieri in Consiglio dei ministri è arrivato “grande apprezzamento”. Dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente della Bce, Jean Claude Trichet, con i quali il premier ha avuto colloqui telefonici. Altri ne verranno, tra stasera e domani, ma il presidente del Consiglio intanto incassa l'ok che attendeva.
“Dalla mezzanotte di domani” la manovra sarà in Gazzetta, annuncia Tremonti e in serata arriva al firma del Capo dello Stato. Resta dunque ferma la necessità, avverte Giorgio Napolitano, di un confronto aperto in Parlamento e sul piano sociale, attento alle proposte avanzate con la responsabilità che l'attuale delicato momento richiede. E dal 22 agosto le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato per esaminare il testo che potrebbe approdare in aula a Palazzo Madama tra il 5 e il 6 settembre.
Eppure, cresce il gruppo nel Pdl “deluso” dalla manovra. Al momento sono nove i parlamentari, Antonio Martino, Guido Crosetto, Isabella Bertolini, Giorgio Stracquadanio, Giuseppe Moles, Giancarlo Mazzuca, Santo Versace, Alessio Bonciani, Deborah Bergamini che annunciano emendamenti al testo. A stretto giro arriva la risposta di Franco Frattini: “siamo aperti ai contributi di tutti, anche dal nostro partito”.
Il percorso parlamentare non spaventa Berlusconi. In questi giorni, rivela, ci sono stati “contatti” con le opposizioni e nel testo finale si è “tenuto conto” delle loro proposte. Quindi durante l'iter, prevede il premier, non ci saranno scossoni. Niente fiducia, quindi. Decisione che Tremonti definisce “saggia”. Scelta apprezzata anche da Renato Schifani, che auspica un confronto aperto maggioranza-opposizione. Ma non mancano certo le critiche. Il Pd annuncia una sua contromanovra: quella del governo è “depressiva e ingiusta” e va cambiata, dice Bersani. Anche Di Pietro assicura: “Così com’è non la voteremo mai”. Pier Ferdinando Casini, pur parlando di manovra iniqua, richiama le forze di opposizione alla “responsabilità” e al “senso dello Stato”.
Quanto a Nichi Vendola, il suo giudizio è netto: la manovra approvata dal governo è “un atto di guerra contro l'Italia”. "Misure punitive per gli Enti locali -aggiunge- devastante riduzione di servizi sociali e di diritti, un colpo alla civiltà del lavoro. E nessuna scelta per la crescita e lo sviluppo. Occorre –conclude Vendola- una reazione durissima.
Sullo sfondo resta la querelle tra Berlusconi e Tremonti sulle misure in manovra, che per alcuni osservatori avrebbe definitivamente allontanato i due. Il ministro mette in chiaro: “Credo di aver fatto tutto in coscienza, per il bene del mio paese”. E anche il premier racconta di avere “lavorato gomito a gomito tutti questi giorni, non sono assolutamente vere le tensioni che sono state illustrate sui giornali" anche se “certo” in qualche momento ci sono state "contrapposizioni di vedute”.
Ma alla fine, spiega il premier, “è venuta fuori la capacità di un gruppo. Credo di poter affermare che difficilmente un altro governo in Europa avrebbe potuto fare un lavoro come quello che abbiamo fatto noi in così poco tempo e dare vita ad un provvedimento così importante come contenuti”.