Ore
contate?
La confusione regna sovrana. Cosa sta succedendo? All'interno della maggioranza, soprattutto nel Pdl ci sono spinte fortissime per convincere Berlusconi alle dimissioni. Lui smentisce e vola a Milano. Pranzo con i figli e poi incontro con Bossi
“Che Berlusconi stia per cedere il passo ormai è cosa acclarata. Si tratta di ore, qualcuno dice perfino di minuti”. A diffondere l'annuncio è Giuliano Ferrara nell'edizione on line del Foglio. Parole seguite da un messaggio su Twitter del vicedirettore di libero, Bechis che scrive: “ho notizie certe. Berlusconi si dimette entro domani mattina. Il Pdl gli aveva chiesto di farlo oggi, lui ha detto no perché ha appuntamenti privati a Milano”. Piazza Affari comincia a volare. Circola con insistenza la voce che Berlusconi già nel pomeriggio salirà al Quirinale per dimettersi.
Il cavaliere lascia Roma stamattina di buon’ora e va ad Arcore per un pranzo con i figli allargato a Fedele Confalonieri. Un consiglio di famiglia prima del passo di addio.
E invece cominciano a fioccare le smentite. L'Ansa batte una dichiarazione del presidente del Consiglio: “le voci di miei dimissioni sono destituite di fondamento e non capisco come siano circolate”. Una smentita secca alla quale si aggiunge quella del capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto che dichiara: “ho parlato poco fa con il presidente Berlusconi. Le voci delle sue dimissioni sono infondate”.
La confusione regna sovrana. Cosa sta succedendo? All'interno della maggioranza, soprattutto nel Pdl ci sono spinte fortissime per convincere Berlusconi alle dimissioni. Verdini, Alfano e anche Letta sono convinti che la maggioranza non ci sia più e che, di ora in ora, lo sgretolamento si intensificherà.
A chi lo ha sentito stamane al telefono però Berlusconi avrebbe ripetuto che a fare un passo indietro non ci pensa nemmeno. Il cavaliere è convinto di poter andare avanti anche se il voto di domani sul rendiconto dello Stato dovesse sancire che le astensioni sono superiori ai si al governo. A quel punto Berlusconi per dimettersi aspetterebbe di ottenere la fiducia del Senato alle misure per la crescita. Solo, a quel punto, sarebbe disposto a salire sul Colle per dimettersi. Dimissioni dopo aver incassato la fiducia di un ramo del Parlamento e quindi avendo ancora la forza per chiedere elezioni anticipate.
Una resistenza di sette dieci giorni che però deve fare i conti con i mercati (le dimissioni smentite provocano un'immediata flessione nei guadagni in borsa) e soprattutto con le intenzioni di Bossi. Oggi il premier è a Milano soprattutto per parlare con lui e decidere insieme le prossime mosse.