Berlusconi
e Napolitano
Silvio Berlusconi torna a criticare il Quirinale: "Costituzione vecchia, presto la cambierò". Poi assicura: "Mai pensato al voto anticipato". Altolà del presidente della Camera: "Rispetto per l'arbitro e le regole"
Le preoccupazioni di Napolitano "in realtà ci dovrebbero essere per l'uso politico della giustizia contrario alla democrazia e alla libertà".
Non fa marcia indietro il Premier, dopo le dichiarazioni di ieri, che hanno suscitato molte polemiche nel nostro Paese - provocando le replica del capo dello Stato Giorgio Napolitano.
"Tutti - aggiunge Berlusconi- hanno chiarissima questa situazione, c'è una situazione di violenza solo nei miei confronti".
Il premier definisce poi la Costituzione una legge "vecchia", da cambiare. "Abbiamo fatto anche una Bicamerale per modificarla ed ora si meraviglia se si pensa di cambiarla" afferma il Cavaliere, che ribadisce inoltre di non aver pensato "neanche una volta ad elezioni anticipate. Il Governo - assicura - porterà a termine la legislatura, secondo quanto deciso dagli italiani con il voto".
Poi, il premier torna sulle sue dichiarazioni di Bonn: "Io non ho fatto nessuna accusa - spiega -, ho fotografato con serenità la situazione che tutti gli italiani informati, consapevoli e di buon senso, hanno chiarissima. Io non credo che si debba continuare nel festival dell'ipocrisia. So che la violenza viene fatta sempre nei confronti miei da parte delle dichiarazioni di molti, ne ho letta una ora di Antonio Di Pietro. Se c'è qualcuno di non violento, questo è il presidente del Consiglio eletto praticamente direttamente da tutti gli italiani: eppure viene attaccato e insultato, di lui si dicono cose assurde, si fanno trasmissioni incredibili, anche sulla tv pubblica. Ma io - conclude - per fortuna, sono sereno, consapevole delle mie responsabilità e mi comporto al meglio possibile".
Ma Fini ammonisce "Nel capo dello Stato si riconoscano tutti gli italiani". Per il presidente della Camera "in politica ci si scontra ma si rispetta l'arbitro e si rispettano le regole del campionato". Parlando all'università della Calabria, Fini rileva: "Nella politica servono valori condivisi e la parola avversaria è tipica del gergo sportivo. Come in Milan-Inter o Roma-Lazio ci si scontra ma si rispettano l'arbitro e le regole del campionato".