La collezione del Museo si compone di apparati tecnologici che abbracciano duecento anni di storia, di costumi e arredi televisivi, di video divulgativi, emozionali e al servizio dell'accessibilità.
L'Albero Azzurro e la sua star Dodò accolgono il visitatore, che da subito si può immergere nel Fantabosco, facendo conoscenza con i personaggi della Melevisione, con cui sono cresciute tante generazioni.
Il costume di scena di Mike Bongiorno e la minigonna di Sabina Ciuffini del Rischiatutto 1970 sono i guardiani dell'ingresso della vera e propria sala museale, dove da subito si può ascoltare l'Uccellino della Radio, che con il suo misterioso ingranaggio ha scandito i tempi della Radio fin dagli anni Trenta.
Le prime tre aree sono dedicate al racconto degli antenati della radio, tra i quali il telegrafo (la prima trasmissione tra Washington e Baltimora risale al 1844), l'Araldo Telefonico (emittente di filodiffusione italiana, a partire dal 1909) e il detector Marconi, che nel 1912 permise di salvare centinaia di vite nella tragedia del Titanic.
Si procede poi con il racconto dello sviluppo delle valvole quale elemento determinante per la nascita della Radio: qui si può assaporare l'atmosfera degli anni Trenta attraverso l'eleganza dei primi apparati radiofonici, veri e propri oggetti d'arredo creati dai designer dell'epoca.
L'essenza del Museo vivo, esperienziale, che suscita emozioni e ricordi si concretizza nell'ultima delle aree dedicate alle radio dove, in quattro apparati antichi, si possono rivivere le emozioni di alcuni momenti chiave dei primi 40 anni di storia del paese: dal primo annuncio radiofonico del 6 ottobre 1924, alle toccanti parole di Corrado Mantoni "La guerra è finita, ripeto la guerra è finita".
Gli storici microfoni usati nelle trasmissioni Rai accompagnano il visitatore verso lo studio televisivo Museo On Air, sede di collegamenti in diretta delle trasmissioni Rai, arredato con le poltrone del programma I migliori Anni condotto da Carlo Conti.
Il viaggio continua con Piero Angela e la sua astronave Noos, utilizzata per il programma Viaggio nel Cosmo di cui ci parla Alberto Angela in questa intervista inedita.
La storia della televisione ha come sfondo una scenografia basata su immagini di una delle prime trasmissioni della storia della Rai, Arrivi e Partenze, condotta tra il 1953 e il 1955 da un giovane Mike Bongiorno e viene raccontata a partire dal suo primo prototipo elettromeccanico, la TV di John L. Baird.
Il periodo del bianco e nero trova una sintesi emozionante in un filmato, visibile attraverso il raffinato TV Wundersen anni Sessanta, con contenuti storici indimenticabili come le lezioni di italiano del maestro Manzi nell’immediato dopoguerra, la proclamazione di Papa Giovanni XXIII nel 1958 e lo sbarco sulla luna nel 1969.
La cabina del Rischiatutto è la più gettonata dal pubblico, che può immergersi in una esperienza unica improvvisandosi concorrente.
Il passaggio al colore viene raccontato a partire dall’abito indossato da una delle Signorine Buonasera, Rosanna Vaudetti, in occasione delle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972 per il primo annuncio a colori.
La magia continua nell’area più viva e sorprendente del Museo: La storia della televisione in quattro Tv. Una consolle multimediale attiva la visione di contenuti a scelta attraverso tv di epoche diverse. Di fianco a quest’area si trovano i magnifici abiti di Raffaella Carrà indossati in Canzonissima 1971 e 1974, incorniciati da una delle foto più iconiche della storia della televisione che ritrae Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Corrado nel programma Sabato Sera del 1967.
A chiudere il percorso della sala, una telecamera da studio in funzione riprende il visitatore che può fotografarsi in TV e proseguire quindi verso l’area La tua esperienza radiotelevisiva, dove può improvvisarsi conduttore, cantante o cameraman.
La partnership strategica con l’Associazione Italiana Radio d’Epoca (A.I.R.E) è il tassello fondamentale che permette al Museo Rai di mantenere vivi e funzionanti i suoi apparati storici.