Storia ed evoluzione del Museo

“La Rai potrà concepire un proprio museo solo se rovescerà la nozione di museo e saprà inventarne uno che non sia puntato sul passato (se non in minima parte) ma sul presente e sul futuro. Un museo sperimentale”.

Umberto Eco “La radio ieri oggi domani” ERI Edizioni Rai, 1984

 

Il primo progetto per la creazione di un Museo della Radio risale al 1939. In quegli anni l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) aveva la Direzione Generale e il Laboratorio Ricerche a Torino, sede naturale del nascente Museo. Gli eventi bellici interruppero il progetto, che fu ripreso tra il 1965 e il 1968 da una commissione di esperti, tra i quali l’ingegner Banfi, già direttore tecnico dell’EIAR. Gli oggetti e i documenti raccolti, che inizialmente dovevano essere ospitati nello storico palazzo aziendale di via dell’Arsenale 21, trovarono una sistemazione provvisoria presso il Centro di Produzione della Rai di Torino; nel 1980 una parte dei cimeli conservati venne collocata in alcune vetrine dell’atrio d’ingresso.

Nel 1984, in occasione della mostra “La Radio, storia di sessant’anni: 1924-1984”, grazie all’opera di Romeo Scribani, funzionario Rai e primo curatore del Museo, la collezione venne presentata per la prima volta al pubblico.

La vera e propria inaugurazione del Museo risale al 1993: la raccolta fu ordinata, restaurata e ampliata e trovò una sede espositiva permanente nella sala Enrico Marchesi, presso il Centro di Produzione Rai di Torino, in Via Verdi 16.

inizio 2020 il direttore Alberto Allegranza ha ideato l’attuale Museo la cui vision è “Abbracciamo il presente, Valorizziamo il passato, Ci apriamo al futuro”.