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Il carcere al tempo del virus

collaborazione di Federico Marconi e Greta Orsi

Cosa è successo dentro al carcere di Modena durante la rivolta di marzo? Secondo le testimonianze di detenuti e familiari che ricostruiscono quei momenti tragici, ci sarebbero stati pestaggi a freddo dopo la rivolta, e anche durante i trasferimenti, all'arrivo nei vari istituti, e nei giorni seguenti. Dai racconti intrecciati si disegna uno scenario inquietante, che deve riguardare tutti compreso le massime istituzioni, per capire se è vero; quali sono stati gli ordini, chi li ha dati e se il Ministero ne era al corrente. Nel carcere di Modena sono morti 5 detenuti, le autopsie dicono da intossicazione di farmaci e metadone. Altri 4 detenuti sono morti dopo essere stati trasferiti in altre carceri, sono stati visitati? Si potevano salvare? Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere attraverso le registrazioni delle telecamere di sorveglianza la procura ha individuato abusi che sarebbero stati commessi da 44 agenti penitenziari, altre centinaia di agenti non è stato possibile identificarli. Report è venuta a conoscenza che a operare a volto coperto è stato un nuovo reparto creato dopo le rivolte: sono i Gir, Gruppo di intervento rapido. Intanto il decreto Ristori ha posto molti paletti alla possibilità di detenzione temporanea ai domiciliari per chi ha un residuo di pena fino a 18 mesi e pochi detenuti ne hanno usufruito. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Natale è stato in visita a Regina Coeli, ma per il Garante nazionale dei detenuti e anche per alcuni magistrati di sorveglianza il decreto è timido e non affronta il problema principale del sovraffollamento.