Fiori e limoni dei Paesi tuoi

di Antonella Cignarale
Collaborazione di Paola Gottardi, Enrica Riera e Celeste Gonano
Immagini di Giovanni De Faveri, Dario D’India e Andrea Lilli


 

Sanremo e la Costiera Amalfitana: il difficile destino di fiori e limoni
Il Festival di Sanremo sin dalla sua ideazione è legato ai fiori. Nasce, infatti, per rilanciare l’economia della Città dei fiori, storicamente riconosciuta come terra natia di ibridatori che hanno dato origine a varietà vendute in tutto il mondo. I 350 milioni di piante create fino agli anni ’80, però, adesso non ci sono più. Se da un lato la commercializzazione dei fiori di Sanremo si è estesa sul mercato internazionale, dall’altro ha obbligato gli ibridatori a creare varietà in grado di resistere in più climi diversi, dalla Cina, alla Colombia al Kenya, oggi diventati i maggiori produttori al mondo del settore. Questo ha scompigliato completamente le carte del commercio del fiore per molti ibridatori sanremesi che hanno abbandonato le serre e cominciato a vendere la loro attività alle multinazionali del fiore. Così tra sole e mare sulle colline di Sanremo svettano serre deserte, una cartolina che ricorda i terrazzamenti di limoni abbandonati lungo la costiera amalfitana. Qui i costi elevati, dovuti al rispetto di un rigido disciplinare di produzione del limone Costa D’Amalfi Igp, e un prezzo di vendita al chilo non sempre soddisfacente stanno mettendo a dura prova i coltivatori. L’eccellenza dell’oro giallo non riesce a contrastare la concorrenza interna ed estera che inonda i bancali dei supermercati, e il consumatore non ne percepisce spesso la differenza di qualità. Per resistere, ci sono famiglie di produttori che hanno riciclato la propria attività e sotto i pergolati di limoneti sono nati campeggi e tour degustativi per i turisti della costiera amalfitana.

-Le risposte della Cooperativa Op Costieragrumi