Calcio
ancora razzismo
Insulti razzisti anche dai giocatori in campo. Avviene durante una partita di seconda categoria, in Umbria. La società ritira la squadra prima del termine del match, visto che l'arbitro ha lasciato continuare
“Sporco negro”: è l’epiteto che più volte, nell’ultimo anno, si sono sentiti rivolgere - ieri, in campo, da un altro giocatore, ma prima dal pubblico e una volta persino da un arbitro - due giovani calciatori, fratelli di origini nigeriane, nati da genitori immigrati e perfettamente integrati a Casteltodino, 1.300 abitanti in provincia di Terni.
I due fratelli, 19 e 25 anni, orfani di padre da alcuni anni, militano nella squadra di casa, impegnata nel Campionato regionale umbro di seconda categoria girone E.
Sabato, in campo, un giocatore della squadra avversaria ha gridato “sporco negro” al più giovane dei due. Dopo l’insulto, a dieci minuti dalla fine, la società ha ritirato la squadra dalla partita e oggi ha scritto una lettera aperta per “cercare di sensibilizzare un ambiente in cui gli esempi anche ai massimi livelli non mancano, di concerto alle direttive Uefa e dei vertici nazionali della Ficg che provano a contenere questi episodi di razzismo”, ha spiegato il presidente, Maurizio Venturi.
L’episodio di ieri si è verificato durante una partita, fuori casa con la squadra ternana del Bosico (ma Venturi ci tiene a sottolineare il “comportamento esemplare e gli ottimi rapporti” in corso con la società ospite).
“Riteniamo - si legge nella lettera aperta, a firma del Consiglio direttivo - che buona parte degli spettatori, distanti anche oltre 50-60 metri, abbiano potuto sentire l’insulto. Tra l’altro, a ridosso del terreno di gioco, erano presenti alcuni ragazzini di 10 o 12 anni che aspettavano il proprio turno per giocare.”
La società, pensando così di tutelare i due ragazzi, non aveva inoltre denunciato ciò che è avvenuto in un’altra gara, quando alcuni dirigenti locali, giocatori e pubblico avevano manifestato lo stesso tipo di atteggiamento “con una cattiveria fuori dal normale”. E circa un mese fa, in un’altra partita “addirittura, era stato il direttore di gara ad usare lo stesso tipo di epiteto con il fratello più grande: ‘Vattene a casa sporco negro’”, riferisce la società sportiva. I due ragazzi peraltro - sottolinea la società hanno un comportamento esemplare anche al di fuori del campo di calcio. In particolare il più piccolo dei due ha un animo molto sensibile e bisogneràora convincerlo a non mollare l’attività sportiva.
Il Consiglio direttivo del Casteltodino afferma di non volere cercare una soluzione antisportiva ad una partita persa 1-0 dalla squadra, attualmente seconda in classifica.
“'I regolamenti ci costringeranno probabilmente alla sconfitta a tavolino ed a possibili sanzioni in quanto il direttore di gara - si afferma ancora nella lunga lettera aperta - ha dichiarato di non aver sentito nulla”.
Adesso si attende la decisione della Federazione Italiana degli Arbitri. Il Tg3net ha provato a sentire la sede di Perugia, dalla quale non trapela nulla. Bocche cucite e tanta tensione. Forse è giunto il momento di prendere dei provvedimenti chiari, nella gestione di episodi di razzismo, che ormai sono sempre di più all’ordine del giorno.