"Mai dimenticherò
quella notte"
A 65 anni dalla liberazione del campo di Auschwitz Birkenau si celebra oggi la giornata della memoria. Abbiamo scelto di pubblicare uno stralcio del romanzo autobiografico di Elie Wiesel, in cui l'autore racconta la sua esperienza nei Lager nazisti.
A 65 anni dalla liberazione del campo di Auschwitz Birkenau, che della tragedia è diventato il tragico e più noto simbolo, si celebra oggi la giornata della memoria. Degli oltre duemila deportati dall'Italia, solo una ventina uscirono vivi. E a raccontare quanto hanno vissuto nei campi di sterminio sono rimasti in pochissimi.
Abbiamo scelto di pubblicare uno stralcio del romanzo autobiografico di Elie Wiesel, in cui l'autore racconta la sua esperienza nei Lager nazisti, effettuando anche profonde riflessioni sull'esistenza di Dio.
Elie Wiesel nato nel 1928 a Sighet, in Transilvania, deportato ad Auschwitz e Buchenvwald. Nel 1986 ha ricevuto il premio Nobel per la pace. Attualmente vive negli Stati Uniti e insegna presso l'Università di Boston. Oggi sarà presente alle celebrazioni al Quirinale, insieme agli altri sopravvissuti della Shoa.
“La notte”, pubblicata nel 1958 a Parigi, è un romanzo autobiografico in cui l'autore racconta la sua esperienza nei Lager nazisti, effettuando anche profonde riflessioni sull'esistenza di Dio.
“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. […]
(Elie Wiesel, La notte, Edizione Giuntina, Firenze 2001, pp. 39-40)