Fiat: "Nessuna possibilità
di ricollocazione"
CRONACA - E' questo il verdetto dell'azienda torinese nei confronti dei 19 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano D’Arco reintegrati dalla Corte d'Appello di Roma, ma che si trovano ad essere pagati senza lavorare. Appello al dialogo da parte del Ministro del Lavoro Fornero perché "non è dignitoso per nessuno ricevere un salario essendo al tempo stesso richiesti di rimanere a casa”
"Non c'è possibilità di ricollocazione". E' questo il verdetto della Fiat nei confronti dei 19 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano D’Arco reintegrati dalla Corte d'Appello di Roma, ma che si trovano ad essere pagati senza lavorare. (Leggi Articolo)
Anche stamattina i 18 operai si sono presentati davanti ai cancelli e sono entrati nello stabilimento, dove hanno avuto un incontro con i dirigenti aziendali. I lavoratori sono stati accompagnati dai responsabili della Fiom, nazionale e territoriale nel settore auto, Michele de Palma e Franco Percuoco, i quali hanno chiesto che agli operai fosse consentito l'ingresso e fossero assegnate le mansioni. Davanti allo stabilimento è arrivato anche il 19esimo operaio della Fiom, Antonio Di Luca, in permesso per impegni elettorali.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro del Lavoro Elsa Fornero: “E' ovvio che non è dignitoso per nessuno ricevere un salario essendo al tempo stesso richiesti di rimanere a casa”. Il ministro ha poi lanciato un “accorato appello al dialogo”.
Un intervento, quello di Fornero, molto apprezzato dal segretario della Fiom Maurizio Landini: “Credo che siano importanti le parole del ministro Fornero quando si rivolge a tutti perché si esca da questa situazione, ma la Fiom continua a credere che anche un governo in uscita dovrebbe comunque intervenire, dovrebbe fare qualcosina in più. Credo che sarebbe importante che il governo, come ha fatto in altre occasioni, convochi Fiat, convochi le parti. Nel caso in cui dopo la nostra diffida scritta di ieri l'azienda respinga anche oggi i lavoratori - spiega Landini - dovremo valutare assieme agli operai cosa fare: non escludiamo nulla, da nuove azioni legali alla possibilità di rivolgerci direttamente al presidente della Repubblica Napolitano che - conclude Landini - per la sua sensibilità e per ciò che rappresenta ha sempre a cuore la situazione dei lavoratori".