Bce, attese insolvenza molto alte per imprese
BRUXELLES - La Banca centrale ribadisce che gli attuali spread sono inaccettabili, che l'euro è irreversibile e sottolinea il rischio deficit che corrono molte aziende europee, tra le prime quelle italiane
Resta molto delicata la situazione economica e finanziaria dell'Europa. Le tensioni sui mercati finanziari potrebbero accentuare i rischi al ribasso sia per la crescita, che per l'inflazione. Questo avverte nel suo bollettino mensile la Bce, che invita i governi ad essere pronti ad attivare il Fondo salva stati.
La Banca centrale ribadisce che gli attuali spread sono inaccettabili, che l'euro è irreversibile e sottolinea anche il rischio di insolvenza che corrono molte imprese europee, tra le prime quelle italiane. Gli scenari sono inquietanti evoca la Bce nel bollettino di agosto. L'eurozona ha visto un “netto deterioramento della valutazione del rischio di credito delle imprese” misurato dai tassi attesi d'insolvenza, con un “incremento che è stato particolarmente pronunciato per le imprese italiane e piuttosto moderato per quelle olandesi e tedesche”.
Secondo la Banca centrale europea il volume dei prestiti bancari alle società non finanziarie dell'eurozona “ha registrato una crescita modesta dopo la temporanea ripresa della seconda metà del 2010 e il suo tasso di incremento annuo è sceso dall'1,6 allo 0,2% fra gennaio 2011 e maggio 2012”. Con l'intensificarsi della crisi del debito sovrano – riferisce il bollettino di Eurotower - i prestiti “hanno identificato una dinamica particolarmente fiacca nei paesi più colpiti dalle tensioni sui mercati delle obbligazioni pubbliche”, dovuta “in larga misura al fabbisogno di finanziamento esterno delle società non finanziarie che, dopo una ripresa di breve durata fra la metà del 2010 e i primi mesi del 2011, si è mantenuto modesto nella parte rimanente del 2011 e nella prima metà del2012”.
A frenare i prestiti alle imprese, tuttavia, non sarebbero soltanto i criteri più rigidi con cui le banche concedono prestiti: il fenomeno “E’ dovuto principalmente alla debolezza dell'attività produttiva, alla crescente incertezza del contesto economico e alla connessa moderazione degli investimenti fissi lordi, amplificata dall'acuirsi della crisi del debito sovrano”. All'aumentare dell'incertezza - prosegue la Bce – “ha fatto riscontro un netto deterioramento della valutazione del rischio di credito delle imprese da parte degli operatori, misurato ad esempio dai tassi attesi di insolvenza, che sono cresciuti sostanzialmente nel periodo”.