Draghi: "Ripresa ancora
a rischio"
ECONOMIA - L'uscita dal tunnel "a partire dalla seconda metà del 2013" ma è "soggetta a rischi al ribasso", afferma il numero uno della Bce, che traccia un quadro tutt'altro che confortante per il continente in piena crisi. E sulla telefonata col presidente Napolitano: "Non commento sull'Italia, ho ricevuto una chiamata e le persone quando ricevono una chiamata rispondono"
La ripresa ci sarà "a partire dalla seconda metà del 2013" ma è "soggetta a rischi al ribasso". La "debolezza dell'economia si è estesa nei primi mesi dell'anno". Parola del presidente della Bce, Mario Draghi, che traccia un quadro tutt'altro che confortante per il continente in piena crisi.
Oltre agli interventi di aggiustamento fiscale, continua Draghi, "i governi dell'Eurozona devono puntare su riforme per la crescita ambiziose" che tocchino anche "il mercato del lavoro, così da aiutare a recuperare competitività".
La Bce, avverte però il presidente, "non può compensare la mancanza di azione dei governi".
Così come "non può supplire alla mancanza di capitale nel sistema bancario". Sulla decisione presa questa mattina di "lasciare invariato il costo del denaro - conferma quindi Draghi - sì, c'è stata discussione" in Consiglio. Una politica monetaria che Draghi definisce "accomodante. Giudichiamo in base ai dati e siamo sempre pronti ad agire".
Draghi parla anche di Cipro, spiegando come sia "cruciale" per l'Europa attuare "velocemente" non solo il meccanismo comune di sorveglianza sulle banche, ma anche quello che prevede la possibilità di ristrutturarle e gestire i fallimenti a livello comune.
E sulla questione politica italiana dice: "Non commento sull'Italia, ho ricevuto una chiamata (dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ndr), e le persone quando ricevono una chiamata rispondono".