La ‘particella di Dio’ esiste
GINEVRA - Scoperto il Bosone di Higgs. L'annuncio al Cern di Ginevra, in lacrime il fisico che 48 anni fa ne aveva previsto l'esistenza. Si apre una nuova pagina della fisica, che va oltre le teorie attuali della fisica delle particelle
Un nome poderoso, impegnativo e rivoluzionario. Lacrime, applausi, emozione e commozione hanno accompagnato l'annuncio della scoperta. Oggi la ‘particella di Dio’ è stata presentata al mondo. L’appellativo ha un senso: grazie a questa particelle ogni cosa ha una massa e la materia così come noi la conosciamo. I fisici preferiscono chiamarlo bosone di Higgs, dal nome dello scienziato britannico Peter Higgs, che nel 1964 ne aveva previsto l'esistenza.
I dati, accolti da un applauso fragoroso, sono stati presentati dagli esperimenti Cms, coordinato dall'americano Joseph Incandela, e Atlas, coordinato dall'italiana Fabiola Gianotti. Entrambi indicano con un margine di errore vicino allo zero che il bosone di Higgs ha dimensioni comprese fra 125 e 126 miliardi di elettronvolt (GeV), ossia pesa fra 125 e 126 volte più di un protone, una delle particelle che costituiscono il nucleo di un atomo.
Dunque dopo una caccia lunga 48 anni, il bosone di Higgs non ha ancora finito di stupire. “E' come vedere da lontano un uomo che somiglia molto a un nostro amico, ma dobbiamo avvicinarci per capire se si tratta davvero di lui o di un gemello con qualcosa di diverso”: così il direttore generale del Cern, Rolf Heuer, ha spiegato nella conferenza stampa il senso della scoperta. La sensazione diffusa, e che rende palpabile l'entusiasmo dei ricercatori, è che si apre una nuova pagina della fisica, che va oltre le teorie attuali. “Ci stiamo muovendo - ha detto Heuer - verso una nuova parte della fisica delle particelle”.