17/07/2024
03/11/2011

La 'prima'
di Draghi

La Bce nell'era Draghi guarda più alla crescita che all'inflazione in salita. Mai successo che un presidente Bce esordisse con un taglio del costo del denaro, e le borse volano

Che alla Bce le cose siano cambiate lo si vede fin dalla prima riunione presieduta da Mario Draghi. Nella sua prima conferenza stampa da Governatore Centrale ha detto: ” in base alle nostre analisi economiche abbiamo deciso  di tagliare i tassi di interesse di 25 punti base”. Il costo del denaro dunque scende di un quarto di punto, da oggi è all'1,25 per cento. Una decisione a sorpresa che segna l'inizio di un nuovo corso.

La Bce nell'era Draghi guarda più alla crescita, “I rischi di ribasso  stanno aumentando” spiega il neopresidente, che all'inflazione in salita  da sempre al centro delle preoccupazioni del suo predecessore Trichet, che fino a luglio invece aveva alzato per due volte consecutive il costo del denaro. Mai successo che un presidente Bce esordisse con un taglio del costo del denaro. Draghi sembra voler seguire la scia della Banca Centrale Americana che per rimettere in moto l'economia tiene i tassi bassissimi.

A beneficiare del costo del denaro più basso in Europa infatti saranno sia le imprese che le famiglie che pagheranno un po’ meno mutui e presiti.  E arriverà anche una boccata d'ossigeno per gli stati più indebitati, come il nostro che per rimborsare il debito pagheranno interessi più bassi.

E la mossa piace ai mercati tutti positivi in chiusura di una giornata cominciata con il segno meno. Mercati che per il momento continuano a guardare con diffidenza all'Italia visto che lo spread, il differenziale tra i nostri titoli di Stato e i bund tedeschi, è salito fino a quota 462 punti, mai così alto dal 1995, per poi scendere attorno a 420 punti. E questo nonostante anche oggi siano continuati gli acquisti da parte della Bce. Un salvagente destinato prima a o poi a venir meno. A farlo capire sempre Draghi che ha definito il programma di acquisto dei bond temporaneo e limitato richiamando i governi alle proprie responsabilità.

Esplicito anche il richiamo all'Italia con il monito da parte del banchiere centrale a risanare, mostrando inflessiblità, a fare riforme strutturali, a partire dal mercato del lavoro,  ad essere pronti se necessario a varare misure aggiuntive.

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