Crollano i consumi e aumenta la pressione fiscale
ECONOMIA - Ieri gli sconfortanti numeri sulla disoccupazione giovanile, oggi i dati della Confcommercio relativi ai consumi del 2012 "mai così male dal dopoguerra. A completare il quadro la conferma da parte dell'Istat del notevole aumento della pressione fiscale soprattutto nel terzo trimestre dell'anno che si è appena concluso
Ieri avevamo parlato di disoccupazione a livelli record e va da sé che chi non ha lavoro non ha soldi, quindi spende poco o niente. La conferma arriva anche dai dati diffusi oggi dalla Confcommercio che registra a novembre una contrazione pari al 2,9% su base annua e allo 0,1% su base mensile. Ma il dato che fa più impressione, e anche più comprensibile da noi comuni mortali, è la constatazione che il 2012 per i consumi sarà ricordato come l'anno più nero dal dopoguerra.
“Il permanere di dinamiche congiunturali negative, anche nei mesi finali dell'anno, continua a segnalare come la crisi sia ancora ben presente all'interno del sistema economico. Difficilmente la nostra economia, e i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento”, spiega una nota dell'istituto che ha fatto le ricerche.
Insomma si compra sempre meno anche perché i soldi si spendono soprattutto per pagare le imposte. E questo ce lo dice l’Istat che evidenzia quanto sia aumentata la pressione fiscale nei primi 9 mesi del 2012, e più in particolare nel terzo trimestre: 45,7%, rispetto al 43,5% del terzo trimestre 2011.
Il dato positivo, se questo può consolarci, è che migliora il deficit pubblico. Nei primi nove mesi del 2012 si è registrato un rapporto tra indebitamento netto e Pil pari al 3,7%, in miglioramento di 0,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.