Intercettazioni, sì al Senato tra le polemiche
Il Senato dice si alle intercettazioni. Con 164 voti a favore e 25 contrari, passa con la fiducia il tanto criticato ddl, che il Governo spera di fare diventare legge entro luglio. Ma a Palazzo Madame è bagarre
Il Senato dice si alle intercettazioni. Con 164 voti a favore e 25 contrari, passa con la fiducia il tanto criticato ddl, che il Governo spera di fare diventare legge entro luglio. Ma a Palazzo Madame è bagarre: al momento del voto i senatori del Pd lasciano l'aula, mentre quelli dell'Idv, che l'avevano occupata per tutta la notte, votano contro.
Bisognerà attendere mercoledì prossimo, quando il provvedimento tornerà alla Camera in Commissione Giustizia a Montecitorio in terza lettura, dove, come ha imposto Berlusconi, non potrà più essere modificato. Poi ci sarà un dibattito sui punti del ddl e a fine giugno il voto definitivo, contingentato a luglio, in cui si pensa si porrà la terza fiducia.
Per il Ministro Alfano: "Il testo è un punto di equilibrio e più volte abbiamo aperto al confronto nella maggioranza e nell'opposizione dimostrando grande ragionevolezza e disponibilità". Il ddl, ha sottolineato il Guardasigilli, "è stato in Parlamento due anni, ripeto due anni, e questo è un tempo congruo perché tutte le forze politiche possano determinarsi nel merito delle proprie scelte".
LE VOCI CONTRARIE. Il segretario della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana), Franco Siddi ha annunciato per il 9 luglio "la giornata del silenzio per la stampa italiana con lo sciopero generale contro il ddl intercettazioni. Dovrà coincidere con la giornata finale di discussione del ddl - ha spiegato Siddi - quindi se sarà altrimenti cambieremo la data".
Protesta contro il ddl anche la Federazione Italiana Editori Giornali. Il testo licenziato dal Senato, secondo la Fieg, “non realizza l'obiettivo dichiarato di tutelare la privacy, ma ha semplicemente un effetto intimidatorio nei confronti della stampa. Ne sono dimostrazione le pesantissime sanzioni agli editori”. E a piazza Montecitorio si è tenuta una veglia “a supporto della Costituzione agonizzante”. L'iniziativa è stata lanciata dal Popolo Viola di Roma che già in mattinata aveva dato vita ad un presidio davanti al Senato.
Anche per il deputato Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21 bisogna: "Listare a lutto tutti i media italiani".
"Quella di oggi è una giornata nera per lo stato di diritto e per la Costituzione. Si vota con la fiducia la riduzione del principio di legalità ma soprattutto la cancellazione progressiva del diritto di cronaca. Si vota una legge per la quale nulla si sarebbe saputo di Ustica, le lettere di Ilaria Cucchi spiegano come con questa legge lei non avrebbe avuto giustizia - dice Giulietti -. Come Articolo21 insieme a al presidente Federico Orlando invito a listare a lutto tutti i giornali, i siti e i blog, e chiedo a radio e tv di mandare in onda un minuto di silenzio".
L'Usigrai denuncia: "Oggi l'Italia sta vivendo uno dei momenti più bui per la libertà di stampa e quindi anche per la democrazia. La scure del silenzio di Stato cala sull'Italia. Siamo e saremo con la Federazione Nazionale della Stampa per ogni iniziativa di lotta, di testimonianza della verità dei fatti".