Crollo dei
giovani occupati – 20%
ROMA - Istat, in 5 anni persi 1 milione e mezzo di lavoratori under 35. Aumentati invece del 26% quelli tra i 55 e i 64 anni. Il governo si prepara agli incontri con le parti sociali. Angeletti Uil: “Ridurre cuneo fiscale. Bonanni, Cisl: “Lavoro, niente demagogia dalle imprese”
La prospettiva è tragica. Secondo i dati Istat la generazione tra 15 e i 34 anni appare perduta, fuori dal mondo del lavoro senza mai esserci entrata. Sono questi gli amari conti della crisi economica. In soli cinque anni, certifica l’Istituto di Statistica, si è avuto un crollo di oltre un milione e mezzo degli occupati under trentacinque. Passati da 7 milioni e 300 mila del 2007 a poco meno di 5 milioni 900 mila di quest'anno. Una perdita del 20%. Nello stesso periodo sono aumentati invece del 26% i lavoratori tra i 55 e i 64 anni: da 2 milioni e 400 mila a 3 milioni.
“L'emergenza che va affrontata non è la mobilità o come rendere più precaria l'occupazioneesistente, ma come creare nuovi posti di lavoro per restituire il futuro rubato ad intere generazioni”, chiede il presidente dei Verdi Angelo Bonelli. Insomma vanno rimesse in moto le aziende e l' eccessiva pressione fiscale diventa il punto centrale della questione. Il governo ha bisogno di un’ intesa e necessita di più dialogo con le parti sociali. Mercoledì incontrerà banche e industriali e l' 11 settembre i sindacati.
Confindustria chiede un miliardo di euro di sgravi fiscali per innovazione e ricerca, i sindacati premono per il taglio delle tasse sul lavoro dipendente e pensioni. L’analisi Istat approfondisce il drammatico quadro. In 10 anni la spesa media è aumentata del 12,5% per famiglia e le spese di casa portano via un terzo del totale. Sul fisco insiste il ministro Elsa Fornero bisogna dare un taglio al cuneo fiscale, le tasse sul lavoro, alle imprese che coinvolgono i lavoratori e puntano sull' innovazione. Un passo avanti insomma verso il modello tedesco di cogestione dell' impresa.
Anche il ministro Passera ha lanciato un appello: “Occorre un patto per la produttività”. Ma a Palazzo Chigi c’è anche il ministro dell' Economia Grilli, che deve tenere in linea i conti pubblici. I margini di manovra restano stretti. All'attacco il segretario della Uil Luigi Angeletti: “In 9 mesi questo governo ha fatto solo enunciazioni e non ha messo mano alla recessione”. Per il leader sindacale la convocazione dell'11 settembre serve solo per coprire il nulla. “Ma c'e' ancora la possibilità di intervenire – dice Angeletti - riducendo il cuneo fiscale e tagliando i costi della politica”. “Sul lavoro le imprese non devono fare demagogia”, sostiene il segretario della Cisl Sergio Bonanni, secondo il quale sbagliano “coloro che dicono che questa riforma sta contraendo l'occupazione”.