“Meno male
che Silvio c’è”
E' un tifo organizzato quello che accoglie il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al suo arrivo al Palazzo di Giustizia di Milano per l'udienza Mediatrade, che vede imputati anche Fedele Confalonieri e il produttore americano Frank Agrama. Gli altoparlanti suonano l'inno "Meno male che Silvio c'è"
E' un tifo organizzato quello che accoglie il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al suo arrivo al Palazzo di Giustizia di Milano per l'udienza Mediatrade, che vede imputati anche Fedele Confalonieri e il produttore americano Frank Agrama. Gli altoparlanti suonano l'inno "Meno male che Silvio c'è" e davanti all’ingresso campeggiano palloni giganti con la scritta "Silvio Resisti".
Al suo arrivo il premier prima si gode l’applauso e poi parla con i giornalisti, tornando ad accusare la magistratura e facendo un'analisi a tutto tondo sulla sua situazione, che definisce "insostenibile". Non vuole sentire parlare di condanna, "contro di me accuse risibili, infondate e demenziali", ha dichiarato Berlusconi.
"Siccome c'è da fare poco al governo, sono qui a trovare un'occupazione" ha detto ironicamente il cavaliere. "C'è una magistratura che lavora contro il Paese. E’ stato gettato un fango incredibile, su di me che in fondo sono un signore ricco, ma anche su tutto il Paese".
Torna poi sul suo tema preferito, la riforma della Giustizia. Una riforma che "serve a "portare la magistratura a essere quello che deve essere, non quello che è oggi come arma di lotta politica". Il premier poi ricorda di aver dovuto partecipare "a 2.566 udienze, nessuno al mondo ha avuto da difendersi così tanto". Senza contare che tutte queste udienze hanno "un costo incredibile".
Il premier parla anche del caso Ruby, altro processo che lo vede imputato. “Accuse risibili, demenziali e infondate. Perché non esiste alcuna concussione”, dice riferendosi alla famosa telefonata fatta alla Questura di Milano. E di intercettazioni: “in un paese civile le intercettazioni non possono essere portate a processo perché manipolabili", ha aggiunto.
Al suo ingresso al Palazzo di Giustizia Berlusconi ha detto che non sa ancora se farà delle dichiarazioni: "Non so, non credo. Dipenderà se ne dicono talmente grandi...", riferendosi a quanto accadrà in dibattimento e lasciando intendere che decideranno i suoi difensori.
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole.