Fiat dà l'addio
a Confindustria
Annuncio a sorpresa dell'amministratore delegato dell'azienda torinese Sergio Marchionne che, con una lettera inviata al presidente degli industriali Emma Marcegaglia, spiega le ragioni della decisione
Fiat uscirà da Confindustria. E’ l'annuncio a sorpresa dell'amministratore delegato dell'azienda torinese Sergio Marchionne che, con una lettera inviata al presidente degli industriali Emma Marcegaglia, spiega le ragioni della decisione.
"Cara Emma negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l'obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco all'accordo interconfederale del 28 giugno, di cui Confindustria è stata promotrice, ma soprattutto all'approvazione da parte del Parlamento dell'articolo 8 (ndr. posto all'interno della manovra) che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all'estensione della validità dell'accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno".
Se in un primo momento le misure erano state apprezzate, spiega l'ad del Lingotto, le aspettative si sono ridimensionate. "La Fiat fin dal primo momento ha dichiarato a governo, Confindustria e organizzazioni sindacali il pieno apprezzamento per i due provvedimenti che avrebbero risolto molti punti nodali nei rapporti sindacali garantendo le certezze necessarie per lo sviluppo economico del nostro paese. Questo nuovo quadro di riferimento, in un momento di particolare difficoltà dell'economia mondiale, avrebbe permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei concorrenti".
Ma, secondo Marchionne, "con la firma dell'accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l'applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull'efficacia dell'articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l'impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale".
L'amministratore delegato dell'azienda torinese annuncia l'intenzione di installare nello stabilimento di Mirafiori la produzione di Suv a marchio Jeep, insieme alle altre auto che attualmente sono prodotte a Torino.
Ma l'annuncio dell'uscita da Confindustria fa cadere il titolo in Borsa. In avvio la casa automobilistica cede il 4%, mentre Fiat Industrial il 3,27%.