La "sofferenza
profonda"
Frattini: "le frasi di Berlusconi denotano una sofferenza profonda". Vietti: "La rappresentazione caricaturale della magistratura non aiuta la leale collaborazione tra poteri". Berlusconi: "Era mio dovere spiegare all'estero la situazione italiana"
Non si arresta il dibattito intorno alle parole sulla magistratura proferite da Silvio Berlusconi a Barack Obama a margine di uno degli incontri del G8.
Dopo la dura presa di posizione del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara, oggi arriva anche quella del vice presidente del Csm Michele Vietti che ha esposto il suo punto di vista nel corso della riunione plenaria dei procuratori generali dell’Unione Europea. “Non credo che tutti i magistrati stranieri qui presenti oggi abbiano la sensazione che viviamo in una pericolosa dittatura. La rappresentazione caricaturale della magistratura soprattutto se fatta in sede internazionale non aiuta la leale collaborazione tra poteri e soprattutto non favorisce un sincero percorso riformatore”.
Naturalmente non tutti i commenti vanno in questa direzione. Per il ministro degli Esteri Franco Frattini “le frasi di Berlusconi denotano una sofferenza profonda, una sofferenza umana di una persona che da 17 anni è stato colpito da 200 processi penali uscendo sempre senza alcuna condanna. E’ il segno di un dolore profondo che bisogna certamente comprendere”.
Dolore che Barack Obama, l’uomo più potente del mondo, avrà sicuramente fatto suo.
Intanto sulla pagina ufficiale Facebook del presidente Usa sono già più di 20mila i post lasciati da utenti italiani. La frase standard è “Mr President, I'm Italian. Mr Berlusconi is not speaking in my name” ovvero “signor presidente il signor Berlusconi non parla a mio nome”.
A parlare ci pensa direttamente il nostro presidente del Consiglio. Lo fa nel corso della sua conferenza stampa a chiusura del G8 di Deauville, in Francia.
Tornando sull’argomento del giorno ha detto che “nel nostro Paese si è creata una condizione non più tollerabile di interferenza di alcuni magistrati della pubblica accusa nei confronti di rappresentanti del popolo democraticamente eletti. Era mio dovere spiegare all'estero la situazione italiana, che dai pm arrivano interferenze intollerabili nella vita politica e che è fondamentale che si sappia a quale persecuzione sono stato sottoposto”.
Dopo aver specificato che sull’argomento giustizia non accettava contraddittorio durante l'incontro con la stampa, ha proseguito: “è mio preciso dovere ogni volta che mi trovo in un contesto internazionale spiegare quale sia la situazione in Italia anche di quelle vicende che possono minare la credibilità dell'Italia”.