Rimborsi illegali: Minetti
e Bossi jr tra gli indagati
MILANO - Al vaglio degli inquirenti le spese di 40 consiglieri della Regione Lombardia Consumazioni da 800 euro. Coinvolti anche i capigruppo di Pdl e Lega Nord
Anche Nicole Minetti e Renzo Bossi sono nella rosa degli indagati per peculato nell'inchiesta della procura di Milano sulle spese folli dei consiglieri regionali lombardi con i soldi pubblici. A carico dell’ex igienista dentale già imputata per il caso Ruby, consumazioni da 800 euro in un prestigioso hotel cittadino, 750 euro spesi per un Ipad e 16 euro per il libro di Guzzanti “Mignottocrazia”.
I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria, su ordine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio, hanno notificato i decreti di esibizione a tutti gli altri gruppi consiliari tra cui Udc, gruppo misto e Pensionati. Gli investigatori puntano a raccogliere la documentazione relativa alle spese dei gruppi per accertare eventuali comportamenti illeciti. Già due mesi fa la Gdf aveva acquisito le carte dei gruppi di Pdl e Lega e avrebbe poi accertato spese illegali.
Gli esempi di malcostume dei politici italiani sono infiniti. Dalle ville dell'ex tesoriere Margherita Lusi agli investimenti africani e ai diamanti del leghista Belsito. A livello regionale è da ‘Er Batman’ che si parte. L’ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio Franco Fiorito, accusato di aver trasformato in Suv, vacanze esotiche e gioielli alle amanti un 1 e 300 mila euro del partito. I giudici lo definiscono un ingordo, ma a suo dire, sarebbero stati i colleghi che cenavano con ostriche e champagne, e si facevano ritrarre mascherati, tra toghe romane e teste di maiale. Infine Vincenzo Maruccio, Idv, amante dei videopoker, fino al consigliere piemontese che i soldi pubblici li sprecava tra soggiorni a Sestriere e partite allo stadio.