Standard & Poor's
taglia il rating
dell'Italia
A pesare sul declassamento ci sono le prospettive di crescita dell’economia, che si sono deteriorate. Secondo l’agenzia il governo attuale non è in grado di dare tutte le risposte efficaci. Per Berlusconi si tratta di "un giudizio politico"
Nuova doccia fredda per l’economia italiana. Standard & Poor’s ha comunicato stanotte di aver declassato di un ‘notch’ la propria valutazione sul merito di credito sovrano della Repubblica Italiana, portandolo da A+ ad A con un ‘outlook’ negativo, che significa che in futuro potrebbero esserci tagli ulteriori.
A pesare sul declassamento ci sono le prospettive di crescita dell’economia, che si sono deteriorate. Secondo l’agenzia di rating il governo attuale non è in grado di dare tutte le risposte efficaci e la manovra rischia di reprimere ulteriormente una società già troppo tassata. Anche perché le autorità italiane appaiono “riluttanti” nell’affrontare quelle che vengono considerate le “questioni chiave” della crisi: dagli ostacoli strutturali che da sempre rallentano la crescita al basso tasso di partecipazione al lavoro, alla eccessiva rigidità sia del mercato del lavoro sia di quello dei servizi. Sempre secondo l’agenzia all’interno del Parlamento italiano ci sono molte divisioni “che continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne”. Di qui l’outlook, con la possibilità di abbassare ulteriormente il rating dell'Italia nelle settimane a venire con il conseguente aumento dei tassi del debito pubblico. Insomma una situazione tutt’altro che rosea per il nostro Paese, che rischia moltissimo, soprattutto in un momento in cui viene addirittura paragonato alla Grecia.
A rincarare la dose ci si mette anche Confindustria, con il presidente Emma Marcegaglia, che ha parole durissime per le politiche di stallo e che chiede un segno di discontinuità. A partire da riforme forti anche con provvedimenti impopolari, con una riforma fiscale che abbassi le tasse su chi tiene in piedi il Paese, e che giunga a fare un vero piano di liberalizzazioni e privatizzazioni.
Un quadro che ovviamente non piace affatto al governo italiano. Adirato il presidente del Consiglio Berlusconi, che parla di una decisione politica e che in una nota afferma: “Il governo ha sempre ottenuto la fiducia del Parlamento dimostrando così la solidità della propria maggioranza. Le valutazioni di Standard and Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche. Vale la pena di ricordare - prosegue la nota di Palazzo Chigi - che l’Italia ha varato interventi che puntano al pareggio del bilancio nel 2013 e il Governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo”.