Squinzi: “Le tasse uccidono, rinunciamo agli incentivi”
ECONOMIA - Il leader di Confindustria: “Stiamo morendo di fisco. Su 30 miliardi di aiuti, alle imprese ne arrivano 3”. Produzione giù a settembre, -5,6%. Nel Paese si allarga l'area del disagio sociale ed economico
“Le imprese stanno morendo di fisco, stiamo morendo di carico fiscale, per questo, comeConfindustria, siamo disposti a rinunciare a tutti gli incentivi in cambio di una riduzione fiscale”. Questo dichiara il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi intervenendo agli Stati generali del Nord.
“Secondo il rapporto Giavazzi su 30 miliardi di incentivi alle imprese private ne arrivano solo tre. Sono il primo a dire toglietele in cambio di una sensibile riduzione del carico fiscale”, aggiunge Squinzi per il quale “l'incidenza della pressione fiscale sulle imprese è del 57% mentre in Germania è venti punti a meno”. Il leader degli industriali critica in modo particolare l'Irap, “imposta maledetta che colpisce chi mette più cervello nel suo lavoro”, facendo riferimento all'imposizione su ricerca e innovazione.
La crisi continua a colpire duramente lavoratori e industria. Ancora una flessione della produzione a settembre, con un -5,6% rispetto allo stesso mese del 2011 ed un -0,3% rispetto ad agosto. Nel terzo trimestre, si legge nell'indagine rapida del Centro Studi di Confindustria, il calo è stato dello 0,9% rispetto al secondo. “Il livello dell'attività industriale è molto basso e lontano da quello precrisi”, spiega il Csc, sottolineando come comunque “i cali su base trimestrale si sono andati attenuando dall'inizio del 2012”.
Dal mondo del lavoro i dati più recenti sono allarmanti e stimano quasi un milione di nuovi poveri; 1.247.000 disoccupati in più; 421.000 nuovi cassa integrati. Numeri che hanno allargato l'area del disagio sociale ed economico presente in Italia. La causa, dice la Cgia di Mestre che ha curato l'analisi, è la crisi economica che, a partire dal 2007, ha aumentato a dismisura la povertà assoluta, i senza lavoro e i cassa integrati a zero ore, con un effetto fortemente negativo sui consumi delle famiglie, in calo del 4.4%. Oltre a peggiorare le condizioni di vita delle fasce sociali più deboli del Paese, questa situazione di difficoltà ha fatto aumentare la spesa pubblica a sostegno di queste persone e diminuire i consumi.