17/07/2024
27/12/2011

"In un Paese corrotto
vincono i mediocri"

E' uno dei passaggi della lunga intervista che il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ha rilasciato al quotidiano 'La Repubblica'. Ne scaturisce il desolante quadro di un'Italia dove "l'arricchimento è considerato come il principale segno di distinzione e di superiorità sociale"

“La corruzione inquina, distrugge il mercato. Continua ad andare a braccetto con la storia quotidiana dei nostro Paese dove la lotta al cattivo comportamento è al di sotto della sufficienza”.

Parla senza mezzi termini il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in questa difficile fine dell'anno, e al quotidiano "La Repubblica" affida parole di pietra.

“Se un'azienda che vince un appalto pubblico  costruisce opere malfatte, inutili, a costi altissimi, il danno che ne deriva alla collettività è immenso. Ungere le ruote diventa la prassi abituale se l'appartenenza a un clan fa premio sul merito; nelle scuole, negli uffici, negli ospedali, nelle aziende, nella vita economica in genere di un Paese corrotto, vinceranno i mediocri, mentre i più competenti rischieranno di essere esclusi”.

E ancora: “la corruzione si può battere, anzi, si deve battere, se si vogliono vincere le sfide della globalizzazione. Riformando la giustizia, rendendola più celere, riducendo il numero delle leggi, ma aumentando la loro efficacia, migliorando la trasparenza degli atti della pubblica amministrazione; sfoltendo, nello stesso tempo, il numero di funzionari, remunerandoli meglio e rendendo più efficiente il loro lavoro. Inoltre è necessario creare le condizioni per una maggiore collaborazione fra gli stati nel perseguire gli illeciti. E, soprattutto, bisogna che gli italiani riacquistino i valori di responsabilità e di rispetto verso le regole, nella consapevolezza che l'interesse generale così conseguito è in ultima analisi, se soltanto si cerca di superare una visione miope della realtà, l'autentico vero interesse di tutti noi, cittadini e consumatori”.

Una visione allarmante e pessimistica quella di Giampaolino. Secondo il presidente della Corte dei Conti “l'arricchimento è considerato dagli italiani come il principale segno di distinzione e di superiorità sociale. L'aristocrazia del denaro è l'unica gerarchia riconosciuta. I soldi facili costituiscono una tentazione cui, ai più, è difficile resistere. Anche il potere lo si acquisisce col denaro, più che con la competenza”.

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