La Fiom dice no
"A queste condizioni non firmiamo". E' il responso della Fiom, che ieri sera ha messo fine alla trattativa con la Fiat per il nuovo modello di produzione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco.
"A queste condizioni non firmiamo". E' il responso della Fiom, che ieri sera ha messo fine alla trattativa con la Fiat per il nuovo modello di produzione dello stabilimento di Pomigliano d'Arco. No alle condizioni che aveva avanzato l'amministratore delegato della Fiat Marchionne, perché per la Fiom, vengono a cadere alcuni diritti imprescindibili, come quello allo sciopero.
Il sindacato ritiene infatti che il provvedimento della casa automobilistica "contiene profili di illegittimità".
Secondo la Fiom, la clausola sui provvedimenti disciplinari e i licenziamenti "è la più spregiudicata di tutto il documento Fiat", viene spiegato in un volantino consegnato ai rappresentanti del comitato centrale. "Il diritto individuale di aderire a uno sciopero, sancito dall'articolo 40 della Costituzione, diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento", osserva la Fiom. Il riferimento è a quella parte del documento Fiat denominate "clausole integrative del contratto individuale di lavoro".
Nella proposta la Fiat prevede che "la violazione, da parte del singolo lavoratore, di una delle condizioni contenute nell'accordo costituisce infrazione disciplinare da sanzionare, secondo gradualità, in base agli articoli contrattuali relativi ai provvedimenti disciplinari e ai licenziamenti per mancanze".
Sulla vertenza tra sindacati e Fiat sul futuro dello stabilimento campano di Pomigliano d'Arco è mancato il rapporto tra la Cgil e la Fiom nella costruzione della soluzione, secondo il Segretario Generale del primo sindacato italiano. Secondo la Cgil Guglielmo Epifani che su una cosa non ha dubbi: far saltare la produzione a Pomigliano sarebbe un vero "disastro per il Mezzogiorno".
Il no della Fiom solleva tante reazioni contrarie. La leader di Confindustria Emma Marcegaglia si è pronunciata a favore dell'accordo: "Spero nella Fiom prevalga senso di responsabilità e si possa procedere con l'investimento".
E il Presidente del Senato Schifani lancia un appello ai sindacati: "Pomigliano è un banco di prova per tutti. Non può e non deve prevalere la logica dei veti incrociati. Non è più il tempo del no o della fuga. Per salvare l'occupazione e la dignità del lavoro serve uno sforzo comune ed un sano realismo. Pomigliano non deve chiudere".
Intanto il segretario generale dei metalmeccanici Cgil Maurizio Landini ha annunciato che anche i lavoratori della Fiat appartenenti al suo sindacato sciopereranno il 25 giugno, giorno dello sciopero generale già indetto dalla Cgil.