Il calcio chiude
le porte al razzismo
Si giocherà a porte chiuse la prossima partita della Juventus. Lo ha deciso il giudice sportivo, a seguito dei cori razzisti contro Balotelli, nella gara disputata sabato sera a Torino
Mentre a Ginevra si apre la conferenza sul razzismo, a Torino una partita di calcio è teatro di cori razzisti contro un giocatore "italiano", ma nero. Come si sa, è accaduto sabato sera, durante l'incontro Juventus-Inter.
Mario Balotelli, giocatore dell'Inter, è stato investito da un coro di "buhh!". Così, il giudice sportivo ha anticipato, a sorpresa, le proprie decisioni per prendere provvedimenti severi, per punire queste manifestazioni scandalose. La Juventus - è stato deciso - giocherà la prossima partita a porte chiuse.
Il giudice sportivo ha tenuto conto della "gravità del fatto, per la pervicace reiterazione di tali deplorevoli comportamenti, che nulla hanno a che vedere con la passione sportiva", e ha inoltre "preso atto dell'assenza di qualsiasi manifestazione dissociativa da parte di altri sostenitori ovvero di interventi dissuasivi da parte della società".
"Quando succedono episodi del genere, bisogna fermarsi e guardarsi in faccia"- ha affermato il presidente della Lega Calcio, Antonio Matarrese. E Raffaele Pagnozzi, segretario generale del Coni ha sottolineato che "non solo è un fenomeno da condannare ma, poichè si entra nel campo del razzismo, non ci può essere nessun tipo di giustificazione o scusante", "non si può non chiamare in causa il concetto del razzismo e credo che non valga la pena cercare motivazioni sul piano della provocazione o dei comportamenti. Si può benissimo - conclude - criticare un giocatore, ma non si può assolutamente scendere fino a quel tipo di manifestazioni".