di Lucina Paternesi
Collaborazione di Giulia Sabella
Immagini di Davide Fonda, Marco Ronca e Andrea Lilli
Montaggio di Sonia Zarfati
Grafica di Giorgio Vallati
Come è possibile che la Regione Veneto abbia permesso a un’azienda privata di interrare quei rifiuti a due passi dalle risaie?
Tra i 24 comuni del veronese in cui si coltiva il riso vialone nano, tra i più pregiati e l’unico insignito del marchio I.G.P. in Europa, c’è anche il piccolo comune di Sorgà, in provincia di Verona. Tra un campo di riso e l’altro, però, incombono le ruspe che hanno iniziato gli scavi per realizzare una discarica per rifiuti speciali non pericolosi: il “car fluff”, un pulviscolo contenente tutto ciò che non si può più riciclare dalle auto che rottamiamo. Come è possibile che la Regione Veneto abbia permesso a un’azienda privata di interrare quei rifiuti a due passi dalle risaie e dalle acque pure che inondano quei terreni? Il terreno su cui sorgerà la discarica è privato, l’azienda l’ha acquistato e ha iniziato a pagarlo prima di ottenere il via libero definitivo dalla Regione, nonostante la contrarietà della comunità locale. Ma non è l’unica stranezza. Secondo il progetto che l’azienda ha presentato alla Regione la falda acquifera si troverebbe ben al di sotto di dove si dovrà scavare; è toccato alla piccola amministrazione di Sorgà rifare tutti i rilievi sul terreno fino a che il Tar ha sospeso gli scavi e ora si dovrà pronunciare sul futuro della discarica e del piccolo Comune. Ma quanto è costato tutto questo?
Le risposte della società Cordifin
La nota di RMB Spa
La nota di RMI Spa
La nota della Regione Veneto e della Direzione Ambiente