Sabato 15 febbraio il consiglio di amministrazione di Poste Italiane e quello di Cassa Depositi e Prestiti hanno formalizzato uno scambio di partecipazioni con cui Poste ha acquisito il 9,81 per cento di Tim. A settembre, invece, il Consiglio dei ministri ha approvato un'ulteriore privatizzazione di una quota di Poste Italiane posseduta dallo Stato. Ma che fine ha fatto la Posta che conosciamo noi tutti, quella del portalettere che suonava a casa per consegnare una raccomandata? Abbiamo girato tutto il Veneto e buona parte della penisola per capirlo e ci siamo accorti che oggi anche in Poste Italiane il lavoro è cambiato. I postini verrebbero spesso chiamati con contratti a tempo determinato della durata di pochi mesi svolgendo molte ore di straordinario non pagate. Report ha raccolto in esclusiva le testimonianze di questi nuovi “sfruttati” delle consegne postali. Eppure se si guardano i bilanci si rimane sorpresi: 2 mld di utile, solo lo scorso anno. Ma attraverso cosa? Il percorso di crescente successo non lo si deve al recapito postale ma ai servizi finanziari, la raccolta del risparmio e in particolare quelli assicurativi, come per le pensioni integrative e quelle sanitarie. Ma sono sempre così vantaggiose? Abbiamo raccolto la storia di una dipendente pubblica dell'Inapp, l'Istituto Nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche. Nel 2023 il suo istituto stipula una polizza sanitaria collettiva con Poste Italiane e lei insieme ad altri 200 dipendenti decide di aderire. Ad aprile scorso le sue condizioni di salute peggiorano e decide di usare la polizza sottoponendosi a un triplice intervento chirurgico in una clinica convenzionata. Da quel momento inizia un vero e proprio calvario grazie all'assicurazione stipulata con Poste.
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Le risposte di Poste Italiane