Piccoli chimici

di Emanuele Bellano
Collaborazione di Chiara D’Ambros e Roberto Persia 
Immagini di Chiara D'Ambros, Dario D'India, Alfredo Farina, Davide Fonda, Marco Ronca e Paco Sannino

 

 

I vini italiani si dividono in Docg, Doc, Igp e vino da tavola.
Quanto più sono in alto in questa classificazione a piramide tanto più stringenti saranno le regole che i produttori devono rispettare per produrli. Ogni tipologia di vino a denominazione è regolata da un disciplinare che fissa le caratteristiche che le uve devono avere, come devono essere coltivate e cosa è possibile fare e cosa no durante la vinificazione. Esiste però un grande numero di pratiche enologiche che permettono di migliorare i parametri di uve scadenti fino a farli rientrare in quelli previsti dalla norma e alla fine venderli anche come vini a denominazione. Proprio per questo produttori senza scrupoli acquistano sul mercato mosti e uve di bassa qualità o addirittura uva da tavola che costano molto meno, le sistemano artificialmente e poi le imbottigliano come vino. Il settore è controllato dalla Repressione Frodi del ministero dell'Agricoltura. Ma i controlli non sempre sono come dovrebbero essere: l'intreccio tra politica, grande industria del vino e dirigenti della Repressione Frodi può distorcere il meccanismo di controllo al punto da usare le indagini giudiziarie come un mezzo per colpire produttori scomodi.

- La nota di Tenuta San Guido
La nota del Dott. Gianluca Bin
Le risposte del Dipartimento ICQRF
Le risposte del Dott. Gianluca Fregolent
La nota dell'Azienda Luigino Benotto

20 dicembre 2023: La nota di Confintesa Dirigenti PA