Libia
pioggia
di fuoco
Questa notte otto raid aerei della Nato hanno sottoposto la capitale libica a un intenso bombardamento. Bombe che, secondo alcuni funzionari libici, non sarebbero arrivate lontane anche da uno dei bunker del colonnello Gheddafi,di cui da qualche giorno non si hanno più notizie
Una pioggia di missili su Tripoli. Questa notte otto raid aerei della Nato hanno sottoposto la capitale libica a un intenso bombardamento. Bombe che, secondo alcuni funzionari libici, non sarebbero arrivate lontane anche da uno dei bunker del colonnello Gheddafi, di cui da qualche giorno non si hanno più notizie.
Oltre al bunker del rais sarebbero stati colpiti alcuni edifici pubblici, il palazzo dell’Alta Corte, l'ufficio del procuratore generale e le sedi di alcune organizzazioni per la difesa dei diritti delle donne e dei bambini.
Nel corso dei raid sarebbero rimasti feriti quattro bambini, due dei quali verserebbero in gravi condizioni.
L'intensificarsi dei bombardamenti segue una dichiarazione del segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen,
che ha tutto il sapore di un ultimatum. "Gheddafi dovrebbe comprendere rapidamente e non troppo tardi che non c'è futuro per lui o per il suo regime".
Ma gli effetti della guerra li vivono soprattutto i civili, che devono lasciare le loro case e trovare un posto pacifico in cui risiedere. Da New York il responsabile delle operazioni umanitarie Onu, Valerie Amos, ha comunicato che sono circa 750 mila i libici fuggiti dal Paese dall'inizio del conflitto. Secondo Human Rights Watch, in Libia gli attacchi indiscriminati da parte del governo nei confronti dei civili violano le leggi di guerra.