Siria:
strage di civili
Città sotto assedio. Tank contro la popolazione di Hama. Un centinaio i morti. Tagliate acqua ed elettricità in molti quartieri. Obama bolla il regime di Assad: “Con il suo ricorso alla tortura, al terrore e alla corruzione si mette nella parte sbagliata della storia”
Lampi di guerra civile in Siria. Potrebbe essere di 140 morti, di cui 100 solo ad Hama, il bilancio del'offensiva dell'esercito di Bashar el Assad. Nella città 200 chilometri a nord di Damasco, i carri armati hanno fatto irruzione all'alba e hanno aperto il fuoco sulle abitazioni. Lo ha riferito il direttore dell'Organizzazione nazionale per i diritti umani, Abdel Karim Rihawi, che da notizia di altri 36 morti nel resto del Paese: cinque uccisi a Homs, tre nella provincia nord-orientale di Idlib, 21. A Deir Ezzor 57 soldati di Assad, e tre ufficiali, sono passati a sostenere i manifestanti.
Ad Hama i militari hanno travolto con i blindati le barricate e hanno aperto il fuoco sui passanti. Testimoni riferiscono di decine di cadaveri per le strade, tra cui quelli di donne e bambini mentre acqua ed elettricità sono state tagliate e mancano medicinali per curare i feriti. Dai tetti della sede della compagnia elettrica e del penitenziario cittadino cecchini sparano sulla folla. La città, da settimane sotto assedio è uno dei simboli della rivolta contro il regime di Bashar al-Assad iniziata a marzo. La nuova offensiva del regime punta a stroncare le manifestazioni in vista dell'inizio del Ramadan, il mese del digiuno, che quest'anno cade ad agosto.
Dal 1982 Hama ha un conto in sospeso con il regime. Un rivolta contro l'allora presidente Hafez al-Assad, ispirata dai Fratelli musulmani, movimento al bando in Siria, venne stroncata nel sangue. 20mila furono i morti. Nelle scorse settimane gli ambasciatori di Francia e Stati Uniti avevano portato la loro solidarietà ai manifestanti. Secondo gli attivisti, dall'inizio delle manifestazioni anti Assad a meta' marzo sono state uccise 1.634 persone, almeno 2.918 sono scomparse e altre 26.000 sono state arrestate. Di queste 12.617 sono ancora in carcere, dove secondo l'opposizione vengono torturate dai servizi segreti del regime.
“La Siria sarà un paese migliore dopo che si sarà fatta strada una transizione democratica”, fa sapere Barak Obama dopo aver bollato il regime di Assad “con il suo ricorso alla tortura, al terrore e alla corruzione” un’ esperienza che “lo mette nella parte sbagliata della storia”. Obama conferma che gli Stati Uniti “continueranno i loro sforzi per mantenere pressione sul regime e lavorare con la comunità internazionale per isolare il governo Assad e appoggiare il popolo siriano”.
Anche a Damasco almeno 42 manifestanti sono rimasti feriti. Nel sobborgo di Harasta bombe imbottite di chiodi sono state lanciate dai militari della Quarta divisione, fedelissimi del regime. Dall’occidente unanime la condanna: Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Il ministro degli Esteri Franco Frattini lancia un appello affinchè cessi “questa orribile repressione” e chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.